Il maltese, il ministro, il papa nero | Morace e l’attrazione per il potere - Live Sicilia

Il maltese, il ministro, il papa nero | Morace e l’attrazione per il potere

Le relazioni tra l’imprenditore e uomini delle istituzioni. Ma anche l’entrata in scena di due figure “misteriose”.

Dentro l'inchiesta
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PALERMO – No, il maltese no. A un certo punto, sugli affari delle lobby dei mari, si è allungata l’ombra di Frank Portelli. Un armatore proveniente dall’isola del Mediterraneo, che i signori degli aliscafi temevano volesse entrare in quel settore nel quale, come ha fatto emergere l’inchiesta della Procura di Palermo, cresceva e proliferava un oligopolio controllato da sempre meno padroni.

Sulla scenografia dell’inchiesta dipanata sulle rotte stese tra Palermo e Trapani, ecco spuntare persino il dato esotico, il “forestiero” giunto da un mondo vicino, ma diverso. L’intruso. L’estraneo.

Estraneo in tutti i sensi Frank Portelli, nemmeno a conoscenza, probabilmente, del timore sollevato tra i suoi potenziali rivali. E ovviamente nemmeno sfiorato dalle indagini. Ma il canovaccio dell’inchiesta sui trasporti marittimi, insieme a tanti protagonisti veri o presunti, a volte porta sul proscenio, per qualche minuto, per una battuta o un cameo, potenti e figuranti, uomini celebri e misconosciuti. Tutti lì, senza alcuna responsabilità penale al momento accertata, ma comunque a comporre, quasi sempre a propria insaputa, il mosaico dell’indagine.

Dalle carte, infatti, ecco spuntare persino il nome di un ministro. Claudio De Vincenti che da pochi mesi ha ricevuto la delega per i rapporti col Mezzogiorno, è citato da Ettore Morace. Anzi, il nome catturato dall’intercettazione è anche quello sbagliato, ma è la sostanza che conta. “Il rampollo di casa Morace (Ettore, ndr) – annotano gli inquirenti – riferiva di essere stato il giorno prima a Filicudi a cena con il già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: “C’era il sottosegretario De Vincenzi – dice Morace al padre – quello che ci dette una mano con la Siremar. Siamo andati a cena con lui e insomma tutto contento che ha saputo che stiamo andando bene insomma ci segue ci segue”. Ed è incerto, ovviamente, in questo caso il limite tra la realtà e la “sventolata” di potere, di relazioni, di pubbliche relazioni. “Abbiamo risolto la crisi Siremar – replicherà il ministro – applicando la sentenza del Consiglio di Stato perché è compito del governo cercare di risolvere i problemi del paese. Nel 2015 e nel 2016 avevamo da risolvere questa crisi industriale che metteva a rischio, oltre ai 340 posti di lavoro, anche la continuità del trasporto pubblico delle isole minori”.

Ma più potente del potente ministro, stando al racconto di Morace, è un assessore. Baldo Gucciardi, viene tirato in ballo a sua insaputa, nella vicenda che vedrà l’intervento dell’assessore alla Salute per sbloccare in giunta circa tre milioni di euro per il trasporto. “L’ho incontrato l’altro ieri. Ha approvato oggi la giunta – racconta Morace – tre milioni e mezzo di incremento di soldi per i trasporti marittimi. Guarda l’ho chiamato e gli ho detto ‘lei è immenso. Lei cioè in un anno che parlo con Pistorio, lei in due giorni, lei è un grande non ho parole’”. In un’altra conversazione l’armatore dirà: “E’ potentissimo”.

Per restare dentro la giunta di Crocetta e dell’immenso Gucciardi, ecco Anthony Barbagallo, detto “Entony”, in un sms che il deputato Girolamo Fazio invia a un funzionario della Ustica Lines per assicurarsi che tre biglietti per Marettimo vengano messi a disposizione dell’assessore regionale al Turismo. Poco prima, un incontro tra lo stesso assessore, Fazio e Morace era servito per fare “un po’ di programmazione”. Contatti, relazioni. Senza al momento alcuna rilevanza penale, ovviamente. Ma che certificano la ragnatela di rapporti dell’imprenditore a livello istituzionale. E certamente una certa familiarità Morace poteva vantare con l’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio. Un rapporto che viene chiaramente descritto dagli inquirenti: una battuta dell’assessore all’armatore (“Non mandarmi più Fazio e Turano”), secondo gli inquirenti mostra in maniera “palese” l’”estrema confidenza” tra i due. Al di là della figura-chiave di Giuseppe Montalto, segretario particolare dello stesso Pistorio.

Rapporti cordiali, a volte confidenziali e scherzosi. Coltivati a tavola o sulle tratte per le piccole isole. Questi potenti somigliano a trampolini per le ambizioni degli imprenditori. Ambizioni che, però, nonostante la potenza della lobby e le amicizie di ferro, rischiano di sciogliersi addirittura di fronte all’entrata in scena di due tra i personaggi più misteriosi dell’inchiesta. Il primo è tale Giuseppe Prestigiacomo: già dipendente di società armatrici in passato concorrenti del gruppo Morace: è il consulente che nessuno vuole. “Il papa nero”, così verrà definito dai collaboratori di Pistorio. Quando il deputato regionale di Ncd Pietro Alongi esprime la volontà di nominarlo come consulente a titolo gratuito della commissione Ambiente all’Ars, che ha competenze anche sui trasporti, scoppia una mezza guerra, si attivano leader politici da ogni parte, si scomodano i deputati dell’Ars che dovranno votare, si mette in moto la macchina del sospetto: “E’ un farabutto, è un ricattatore”. E Prestigiacomo così, non entrerà mai in scena davvero, in questo spettacolo della corruzione vera o presunta.

Così come Frank Portelli. Il maltese. Anche per evitare un suo ingresso nel “mercato”, Morace si convince ad acquistare le quote della “Traghetti delle Isole”. L’imprenditore trapanese ne parla con Antonio Repaci, presidente di Sns, spiegando come l’armatore Bulgarella gli avesse offerto appunto l’acquisto della compagnia. Una decisione che aveva infastidito molto i Franza e lo stesso assessore Pistorio, irritato per la voglia di Morace di “prendersi tutto lui”. “Vabbè – si sfogherà Morace con Fazio – se (Franza, ndr) la prende come un operazione ostile è cretino”. Doveva forse lasciare la compagnia al maltese? Il maltese no. Ci manca solo il maltese.


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