13 Giugno 2014, 20:18
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CATANIA – Rimpallo di responsabilità tra i due commissari che si sono succeduti, alla guida dell’Autorità portuale di Catania, nell’ultimo anno. Di fatto l’ente è privo di copertura finanziaria a un mese dall’ultimazione dei lavori di costruzione della darsena commerciale, mentre la Tecnis, impresa aggiudicatrice dell’appalto, attende 6 mesi di arretrati. Si arriva al paradosso che il mutuo acceso con un bando pubblico, che doveva garantire il finanziamento del completamento dei lavori, non è stato mai erogato.
“Ci stiamo impegnando, ma non esiste una data certa per l’accensione di un nuovo mutuo che possa garantire il completamento della darsena traghetti, come da contratto”, spiega il commissario dell’Autorità portuale di Catania Giuseppe Alati, nominato da due mesi dal ministero delle Infrastrutture. “Unico spiraglio – aggiunge Alati – è lo sblocco di fondi ministeriali che possano, entro giugno, assicurare il saldo di almeno una parte dei crediti vantati dalla Tecnis”.
Insiste Alati: “La data entro cui sarà possibile accendere un nuovo mutuo non dipende solo da me, è necessario un passaggio al ministero delle Infrastrutture e al ministero dell’Economia per concordare ogni cosa. Questa è la situazione che ho trovato quando sono stato nominato”.
Per tutta risposta però, l’ex commissario Cosimo Aiello, in carica fino al marzo 2014, è convinto di aver lavorato bene: “Ritengo sia giusto che l’impresa venga pagata in tempo, è quello che è avvenuto durante la mia gestione, quando sono stati erogati, in 12 mesi, ben 48milioni di euro alla Tecnis. Ho dato disposizioni di servizio che valgono per tutti i fornitori: devono essere pagati nei termini”. E la banca? “Abbiamo sollecitato l’istituto di credito, che si era aggiudicato il bando del finanziamento per completare l’opera, ad erogare il mutuo, li abbiamo messi in mora chiedendo e ottenendo l’autorevole intervento del Ministero delle Infrastrutture”.
Il risultato di questo rimpallo di responsabilità condito dagli incerti tempi della burocrazia è che la stabilità finanziaria del piano economico per il completamento della darsena commerciale del porto di Catania, a un mese dal completamento, ancora non c’è.
La Tecnis continua a rischiare pesanti conseguenze pur essendo creditrice di decine di milioni di euro nei confronti dell’Autorità portuale e l’opera, fortemente voluta dalla città, rischia di diventare l’ennesima incompiuta falcidiata dalla malaburocrazia.
L’impresa di Mimmo Costanzo e Concetto Bosco sta realizzando una delle darsene commerciali più grandi del Meridione, servirà a liberare il porto dai containers e dagli autotreni che, ogni giorno, invadono ogni centimetro disponibile, per fare spazio ad approdi turistici. L’opera è a un mese dal completamento, consentirà lo spostamento a Sud dell’area doganale, l’impresa ha rispettato il contratto, ma l’Autorità portuale, sostanzialmente, no.
Il cantiere è operativo 10 ore al giorno, spesso anche sabato e domenica, vi lavorano 150 dipendenti che movimentano ruspe, betoniere e grandi navi che stanno dragando i fondali.
Questa macchina, a un mese quasi dall’ultimazione dei lavori, costa 150mila euro al giorno e l’impresa non viene pagata da gennaio. Tradotto in termini pratici significa che Tecnis sta utilizzando i fondi provenienti da altri cantieri sparsi in giro per l’Italia per evitare di bloccare i lavori.
I fondi a disposizione dell’opera – inizialmente garantiti dal ministero delle Infrastrutture – sono spariti perché “la banca Dexia – spiega il commissario Alati – che si era aggiudicata, con un bando pubblico, il finanziamento, è stata inadempiente”. E “nessuno dell’Autorità portuale”, secondo l’accusa lanciata dall’imprenditore Mimmo Costanzo attraverso Livesicilia “si sta adoperando per sbloccare la situazione. E’ stato necessario il vostro articolo per iniziare seriamente una nuova procedura”.
Soltanto quando verrà stipulato il nuovo mutuo, ci sarà la copertura finanziaria per l’ultimazione dell’opera. E questa data, nessuno la conosce. Resta il fatto che, a poche settimane dalla possibile conclusione dei lavori, non c’è ancora certezza della copertura finanziaria dell’appalto, mentre la politica continua a latitare.
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13 Giugno 2014, 20:18