Il mea culpa di Balzaretti

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04 Aprile 2011, 02:41

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Povero Balza. Alla fine si è scusato con l’umile tono del fantaccino, lui che è un cavaliere abituato a verdissime galoppate. Vocina querula al microfono, a ogni microfono, per espiare: “E’ colpa mia, è solo colpa mia”. Colpa di quel retropassaggio di petto a Tore Sirigu. Palla avvelenata, più lenta del necessario. Sulla traiettoria piomba Lodi e si frappone. Ciancica col piede, la liscia da dilettante. Ma Tore è ingannato dall’ammuina. Rimbalzino dopo rimbalzino, la rete mestamente si gonfia.

Povero Federico, adesso non serve nemmeno dirgli che non è colpa sua. Che il Palermo di Cosmi, incapsulato nel suo bunker di argilla, le avrebbe buscate lo stesso. Però, uno che corre al microfono a prendersi la responsabilità merita rispetto. Vuol dire che è un uomo dentro e fuori dal campo. Verrà di nuovo il tempo delle galoppate. Sorridi, Balza.

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04 Aprile 2011, 02:41

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