Il medico e i presunti abusi | Un’avvocatessa accusa Adile

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28 Maggio 2018, 18:46

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PALERMO – Lo ha raccontato in aula a distanza di 25 anni. Era il 1993 quando la giovane donna entrò nello studio del ginecologo Biagio Adile. Non fu, racconta, una normale visita, ma qualcosa di “fuorviante”. Il comportamento del medico era lascivo. Oggi quella donna, che di professione fa l’avvocato, è certa che si trattò di una violenza sessuale.

Il processo davanti al Tribunale presieduto da Lorenzo Matassa è quello nato dalla denuncia di una tunisina di 28 anni, assistita dall’avvocato Michele Calantropo, che accusa il medico di Villa Sofia. La donna ha registrato un file video durante la violenza e lo ha consegnato agli inquirenti. Era arrivata in Italia da “clandestina” per farsi curare. Adile l’ha aiutata, ma poi l’avrebbe palpeggiata e costretta a un rapporto orale.

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Quando la notizia è divenuta di pubblico dominio l’avvocatessa ha deciso di parlarne con il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Righi.

I difensori dell’imputato ritengono che un racconto volontariamente tenuto nascosto per tanti anni non sia credibile. “Ho cercato di rimuovere quanto era accaduto – ha spiegato -, ma quando ho saputo della notizia ho capito che era giusto parlarne”.

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28 Maggio 2018, 18:46

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