Il ‘mega telescopio’ unico al mondo | Dalla Sicilia a caccia di pianeti

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20 Febbraio 2017, 19:33

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PALERMO – Un telescopio unico al mondo presto “atterrerà” in Sicilia. Sulle Madonie, per la precisione. Si chiama “Fly Eye” e servirà, tra le altre cose, anche per la scoperta di “pianeti extrasolari”. Il progetto è stato richiesto a gran voce dai sindaci dell’Area interna delle Madonie, guidati dal primo cittadino di Gangi Giuseppe Ferrarello e coinvolgerà anche la Regione. La giunta regionale, infatti, ha previso uno stanziamento da un milione di euro per la messa in sicurezza e l’accessibilità della pista di accesso alla sommità del Monte Mufara, nella zona di Piano Battaglia. Il telescopio, realizzato dalla “Officine stellari srl”, società che ha vinto un bando europeo, sorgerà lì.

E si tratterà davvero di un’opera di primaria importanza. Un “telescopio del tutto innovativo a livello mondiale – si legge nella presentazione del progetto depositato in giunta – un telescopio riflettore con specchio primario di un metro a grande campo, robotico e fruibile in remoto”.

Un progetto che ha ricevuto il “formale interesse” e la validazione da parte di istituzioni e organismi di prestigio. È il caso dell’Onu, attraverso Sergio Camacho, Presidente dell’Action Team on Near-Earth Objects: “Confido che, una volta installato – ha detto – fonti di finanziamento adeguate sosterranno questo importante telescopio”. Secondo Giovanni Valsecchi dell’Istituto nazionale di Astrofisica “non ci sono attualmente nel continente europeo, e non ci saranno nel prevedibile futuro, telescopi con caratteristiche paragonabili a quelle del telescopio che si installerà sul monte Mufara, caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto alla scoperta e all’inseguimento di asteroidi vicini alla Terra”. Secondo il manager della Nasa, Donald K. Yeomans, il telescopio “rappresenterebbe uno strumento ideale per far avanzare la ricerca in questo campo dell’astronomia”. Come detto, opinioni positive sul progetto sono state espresse da altri soggetti come l’Agenzia spaziale italiana, l’Agenzia spaziale europea, l’Università di Pisa e quella di Catania.

Già negli anni ’70 il monte Mufara era stato individuato dalla comunità astronomica internazionale per la collocazione di un telescopio di importanza mondiale. Si chiamava “Galileo”, finito poi alle Canarie. Per fare in modo che stavolta il progetto vada a buon fine, servivano tre condizioni. Due di queste sono state già soddisfatte: la creazione di infrastrutture (elettrica e fibra ottica per la trasmissione dei dati) e la compatibilità ambientale. Manca l’ultimo step: l’accessibilità e la messa in sicurezza della pista d’accesso al Monte Mufara (all’altezza della stazione d’arrivo della nuova funivia degli impianti sciistici di Piano Battaglia). Per compiere questo ultimo passo, serve un milione. Che la Regione ha trovato tra i fondi destinati agli investimenti. Presto, dalla Sicilia, si potrà andare a caccia di nuovi pianeti.

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20 Febbraio 2017, 19:33

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