“Merito di Mariella Lo Bello | Marino si è sbagliato”

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18 Luglio 2014, 14:08

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PALERMO – “Il merito dell’operazione di oggi è dell’ex assessore Mariella Lo Bello, che voglio ringraziare pubblicamente insieme ai magistrati e alle forze dell’ordine”. Per Rosario Crocetta l’arresto del funzionario dell’assessorato Territorio e ambiente è solo l’ultimo atto di una vicenda che “non poteva non sfociare in fatti del genere. Il tempo è galantuomo”. Ed è galantuomo, per il presidente, anche da un altro punto di vista: “Ricordo che allora questa storia fu causa di uno scontro con l’assessore Marino. Mi pare evidente che l’ex pm in quell’occasione si fosse sbagliato”.

Quindi il merito è della Lo Bello. Che non sta più in giunta…

“E’ così. Fu lei a raccontarmi cosa stava succedendo in assessorato. In particolare la vicenda che riguardava quel funzionario: aveva predisposto un atto che bloccava l’autorizzazione a una discarica di Gela. Tutto partì da lì”.

E poi che successe?

“Ricordo perfettamente che l’assessore si pose una domanda: ‘Per quale motivo quel funzionario si comporta in questo modo?’. A quel punto vennero avviate una serie di verifiche. E saltò fuori la storia dell’automobile ‘acquistata’ proprio da uno degli imprenditori coinvolti oggi. Non ebbi dubbi e consigliai all’assessore di recarsi subito in Procura”.

Una storia, quella, che scatenò anche una polemica politica tra due ex assessori della sua giunta. Un ‘botta e risposta’ tra la Lo Bello e Marino.

“Non solo. Ricordo che, dopo le frasi di Marino sulla discarica di Siculiana, gestita da Giuseppe Catanzaro, io venni chiamato a un intervento in Aula. E in quell’occasione feci riferimento proprio all’Oikos e alla discarica di Mazzarà Sant’Andrea…”.

Lei parlò persino di infiltrazioni mafiose, a dire il vero. E per questo venne anche convocato in commissione Antimafia.

“Sì, è vero. Ma non potevo andare a raccontare in commissione antimafia quello che sapevo. Avrei rischiato persino di compromettere le indagini. E lo stesso atteggiamento ebbi nei confronti di Marino”.

In che senso?

“Temo che su tutta la questione-rifiuti lui abbia commesso alcuni errori di valutazione. Si fosse fidato, insomma, più dell’apparenza che della sostanza. Io sapevo come stavano le cose, ma non potevo rischiare di compromettere il lavoro della magistratura, solo per un chiarimento politico. Per fortuna, il tempo è galantuomo”.

… e consegna però nuovamente l’immagine di una parte della Regione ancora corruttibile.

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“E’ il tema dei rifiuti il problema: attorno a quel settore ruota un malaffare diffuso. Un intreccio politico, imprenditoriale e mafioso. Proprio per questo chiesi il commissariamento”.

Perché? A cosa sarebbe servito il commissariamento?

“A facilitare, ad esempio, il ricorso alle discariche pubbliche. La Regione, sul tema dei rifiuti non può essere ostaggio dei soliti privati”.

Adesso che succede? Alla Regione, negli assessorati?

“Vedremo. Convocherò gli assessori Calleri e Sgarlata per fare un punto sulla situazione. Riguardo al funzionario, credo non ci possano essere molti dubbi: intanto va subito sospeso, in via cautelare. E se arriveranno a suo carico nuovi provvedimenti, non posso escludere il licenziamento. Non possiamo certamente tenerci gente su cui pendono accuse così pesanti”.

Eppure voi eravate intervenuti in passato con rotazioni anche massicce. Uno strumento inefficace, alla luce di quanto abbiamo visto?

“Io voglio chiarire una cosa: ritengo che la stragrande maggioranza della burocrazia siciliana faccia il proprio dovere. Purtroppo c’è una piccola parte che pensa che la Regione sia ‘cosa propria’. E con i propri comportamenti, oltre al vantaggio personale, crea ingiustizie nei confronti di altri cittadini. Le rotazioni avevano l’intento di evitare il cristallizzarsi di certe posizioni. Adesso verificheremo le singole responsabilità dei lavoratori”.

Che significa? Nuove verifiche in vista?

“Non vogliamo apparire giustizialisti. Ma il nostro vero interesse è quello di far funzionare la macchina amministrativa. Abbiamo ricevuto altre segnalazioni. E in alcuni casi ci siamo già recati in Procura. Ma di questo, al momento, preferisco non parlare”.

Già, il tempo è galantuomo, dice lei…

“E’ così. Bisogna solo attendere. Tutti i nodi, alla fine, vengono al pettine”.

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18 Luglio 2014, 14:08

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