Il mister x siciliano | e lo scandalo Tremonti

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30 Luglio 2011, 08:14

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Nella nuova tangentopoli c’è posto anche per la Sicilia. O meglio, per un politico siciliano. Un mister x di spessore nazionale, bene inserito nel sistema di relazioni che parte da Roma e arriva fino a Palermo. Il suo nome, come quello di altri personaggi, resta, però, top secret. Qualcuno che gravita negli ambienti, parlamentari e non solo, lo colloca nella grande famiglia che fu della Democrazia cristiana.

Secondo la Procura romana, alcuni imprenditori avrebbero sborsato mazzette per aggiudicarsi importanti gare bandite da Enav e Finmeccanica. L’imprenditore Tommaso Di Lernia, in manette per avere pagato una barca a Marco Mianese, ex consigliere del ministro Giulio Tremonti, ha messo a verbale, come rivelato dal Corriere della Sera, che “ogni impresa ha un politico di riferimento che paga attraverso i vertici di Enav e Selex (azienda controllata da Finmeccanica ndr), oppure direttamente. Io ho pagato direttamente Brancher (Aldo, ministro con delega al Federalismo per soli quindici giorni ndr) e il parlamentare dell’Udc attraverso una triangolazione estera: ho portato i soldi a Cipro, poi li ho trasferiti a San Marino e infine li ho prelevati in contanti e distribuiti a Roma. […] In totale ho versato circa un milione in due anni. So che anche Cola ha pagato due politici, in dieci anni in totale sono stati versati circa tre milioni e mezzo di euro di tangenti per l’assegnazione degli appalti di Enav e Selex. C’è un politico di riferimento a Milano, uno a Palermo per le commesse che riguardano gli aeroporti di Linate e quello Falcone e Borsellino”. Lorenzo Cola, consulente di Finmeccanica, dunque, sarebbe stato in contatto con un pezzo grosso della politica siciliana. Uno a cui bussare, senza dubbio alcuno, quando c’è stato da mettere le mani sugli appalti di Palermo. L’anno scorso la polizia valutaria e i carabinieri del Ros hanno perquisito gli uffici di alcune società e potrebbero avere trovato i riferimenti al politico.

Il sistema, parecchio complicato, può essere così riassunto: Enav assegna gli appalti che arrivano a Selex Sistemi Integrati. Ci arrivano senza un bando pubblico. Una volta ottenuto il lavoro, la società di Finmeccanica commissiona i lavori a Technosky di proprietà di Enav, che, a sua volta, subappalta alcuni interventi ad altre aziende, tra cui la Print Sistem di Di Lernia. In questo passaggio le fatture, sostiene l’accusa, verrebbero gonfiate. Il plusvalore accumulato, attraverso Technosky, tornerebbe a Selex. Tutto questo per creare dei fondi neri per pagare le mazzette a manager e politici. Tra cui il mister x siciliano.

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I lavori che Selex Sistemi Integrati dovrebbe realizzare a Palermo riguardano la costruzione della torre di controllo. L’appalto, sottoscritto il 26 giugno 2009, è di 91 milioni ed è suddiviso in due tranche: la prima del valore di circa 64 milioni e la seconda, opzionale e non ancora attivata, di 27 milioni. Per urgenti necessità operative, nell’agosto 2009, Enav ha commissionato a Selex l’immediata esecuzione di attività per un importo di circa 9 milioni, eseguiti prima ancora che il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ne deliberasse il finanziamento. Fin qui la storia di una vicenda tutta da chiarire. Più delineata sembra, invece, quella che ha coinvolto un altro siciliano, Ilario Floresta, consigliere di amministrazione di Enav, ex parlamentare di Forza Italia, eletto a Giarre, e sottosegretario al Bilancio nel primo governo Berlusconi. Il sistema usato per fargli avere 250 mila euro sarebbe stato quello delle finte vendite immobiliari. E’ stato firmato un preliminare per la vendita di un appartamento in Egitto. Il contratto non è stato perfezionato e Floresta ha tenuto i soldi della caparra.

Dopo l’ombra della mafia sullo scalo palermitano si addensano pure quelle delle tangenti. I pentiti hanno raccontato, infatti, che gli appalti dell’aeroporto Falcone e Borsellino non sono sfuggiti alla messa a posto decisa da Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Franco Briguglio, braccio destro del capomafia di Cinisi Gaspare Di Maggio, mise a verbale, tenendo fra le mani un pizzino: <L’indicazione “12.000 euro acconto recinzione P. Raisi” fa riferimento ai lavori di recinzione dell´aeroporto, per i quali era stata versata la messa a posto. L´indicazione “cemento (Cinisi) 8.000 euro” fa riferimento a una somma versata da Alessandro Finazzo per una fornitura di cemento per lavori all’aeroporto. L’indicazione “D´Arrigo acconto montagna 2.000 euro + acconto P. Raisi 5.000” si riferisce a una somma versata dall’imprenditore D´Arrigo di Borgetto per forniture di materiali per lavori all’aeroporto. L´annotazione “500 Iacopo” si riferisce a una somma versata a un collega di Damiano Mazzola in pensione che lavorava all´aeroporto. Poi ancora, “500 regalo a chi porta i lavori P. Raisi”: è una somma versata a un soggetto che non conosco che forniva l´elenco dei lavori che si sarebbero svolti a Punta Raisi. Questa, però, è un’altra storia. Tutta palermitana. Che non parte da Roma e arriva in Sicilia. Come quella delle tangenti e di mister x.

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30 Luglio 2011, 08:14

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