01 Settembre 2015, 18:16
2 min di lettura
CATANIA – Dieci giorni di tempo (da oggi) per rimuovere il murale dedicato al boss di San Giorgio Sebastiano Fichera, ucciso in un agguato mafioso il 26 agosto 2008. Oggi al proprietario della casa di via della Lucciola è stata notificata una diffida firmata dal vicesindaco Marco Consoli in cui si impone la cancellazione del “graffito” commemorativo, diventato in questi sette anni una sorta di altarino dedicato a un esponente della mafia. Una procedura necessaria per poter agire secondo le normative della legge, visto che il muro su cui insiste il murale è di proprietà privata e non pubblica. Se entro il termine stabilito dall’amministrazione comunale lo “sfregio” non sarà rimosso, allora si agirà con un provvedimento autoritativo e le spese saranno addebitate al proprietario.
L’azione di “rimozione” ha il pieno appoggio del sindaco Enzo Bianco e anche della Prefettura. “Si è svolta una riunione con Carabinieri, Polizia e Finanza – afferma Consoli. In occasione dell’intervento di pulizia sarà predisposto un servizio mirato per supportare il lavoro dei tecnici comunali”. Una serie di atti (burocratici) che sono stati necessari per poter agire nella legalità e in sicurezza.
Consoli avrebbe voluto che il murale fosse già un triste ricordo il 26 agosto scorso, giorno del settimo anniversario del delitto per cui si sta celebrando un processo che vede alla sbarra il padrino Biagio Sciuto: ai giudici della Corte d’Assise i pm della Dda di Catania hanno chiesto la condanna l’ergastolo. Quella “dedica” sul muro è il simbolo di una pagina agghiacciante di scontri intestini ai clan, dove si spara per la mancata spartizione di “soldi”. Un capitolo della storia della mafia che va scritto nelle aule dei tribunali con le sentenze e non certo con una pergamena disegnata su un muro della città, come se si trattasse di un “personaggio” da commemorare e onorare. E già troppo che per sette anni sia esistito un monumento dedicato alla memoria di un boss.
“Non so se quell’anniversario lo ‘festeggeremo’ in anticipo o in ritardo ma lo ‘festeggeremo’ e a modo nostro” – affermava Consoli il 15 agosto. Il passo burocratico è stato compiuto: sulla collaborazione del proprietario della casa il vicesindaco è realista e ci spera poco, ma non importa. Il colpo di spugna ci sarà. “Catania non ha più bisogno di modelli negativi – chiosa Consoli. Basta con i feudi mafiosi frutto di prepotenza e indifferenza”.
Pubblicato il
01 Settembre 2015, 18:16