Il naufragio sul Mediterraneo | Due fermi per omicidio volontario

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14 Maggio 2014, 09:35

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CATANIA – Due presunti scafisti del naufragio di ieri nel Canale di Sicilia in cui sono morti almeno 17 migranti sono stati fermati dalla squadra mobile della Questura etnea. La Procura di Catania, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, gli contesta il naufragio e l’omicidio volontario plurimo. Sono due 23enni, il tunisino Haj Hammouda Radouan e il marocchino Hamid Bouchab.

l provvedimento, eseguito dalla polizia, è stato emesso dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Monia Di Marco. Secondo l’accusa, i due avrebbero bloccato i motori in acque internazionali, per chiedere soccorso, causando un danno al natante che avrebbe cominciato a imbarcare acqua. Lo spostamento dei migranti a bordo alla ricerca di un posto per evitare di cadere in mare ha fatto rovesciare il barcone. I due presunti scafisti sono due nordafricani che sono stati già condotti in carcere.

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Anche a Ragusa la polizia ha fermato sei egiziani ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione con 250 siriani, compresi decine di neonati e 50 minorenni, sbarcati ieri a Pozzallo dopo esser stati soccorsi da una nave della Marina militare italiana. Ai sei indagati, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è contestato anche il sequestro di persona per avere obbligato numerose famiglie a stare chiusi nella stiva del peschereccio per 5 giorni prima di lasciare la Libia: “partiremo soltanto quando saremo al completo”, avrebbero intimato ai migranti già imbarcati. Gli scafisti, secondo l’accusa, avrebbero bloccato con la forza, costringendole a restare sulla barca, anche persone che volevano rinunciare al viaggio e ritornare a terra. L’imbarcazione, per le condizioni del mare, ha rischiato più volte di capovolgersi, ma poi i migranti sono stati soccorsi in mare aperto. Gli organizzatori del traffico di vite umane, secondo stime della polizia di Stato, avrebbero guadagnato 500mila euro per questo viaggio della speranza.

A Siracusa la procura ha disposto il fermo di due eritrei accusati di essere gli scafisti che avrebbero organizzato ed effettuato una traversata dalle coste libiche verso l’Italia. Ieri 391 migranti sono arrivati nel porto di Augusta sulla nave militare Sirio che, assieme a unità navali della guardia costiera e al mercantile panamense Makaria, avevano soccorso cinque gommoni in difficoltà nel Canale di Sicilia. Le indagini del Gruppo interforze contrasto all’immigrazione clandestina (Gicic) della Procura della Repubblica di Siracusa, assieme a polizia, carabinieri e guardia di finanza, hanno permesso di identificare i due scafisti che sono stati condotti in carcere. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e dal sostituto Antonio Nicastro.

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14 Maggio 2014, 09:35

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