03 Agosto 2019, 13:13
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Chi si professa cattolico e la domenica si reca in chiesa a un certo punto della liturgia proclama il Credo. Un insieme di atti di fede assoluta, propri di una comunità di credenti.
Ebbene, penso che come cittadini, appartenenti a una comunità nazionale sorta dalle ceneri della Seconda Guerra mondiale, uscita da un ventennio tirannico di repressioni politiche, torture ai dissidenti, vergognose leggi e persecuzioni razziali, lutti e indicibili sofferenze, da un rovinoso conflitto accanto a uno dei più spietati assassini della storia, dovremmo coltivare un “credo” laico da recitare a noi stessi soprattutto nei momenti in cui principi fondamentali dell’esistenza umana, che si supponeva fossero indelebilmente scolpiti nella coscienza collettiva nel succedersi delle generazioni, sembrano improvvisamente smarriti, messi in discussione, lasciando spazio a un’isteria diffusa farcita di disumanità, intolleranza e ignoranza colpevole. Quando appare inutile anche solo il tentativo di opporre alla grettezza delle parole e dei gesti elementi di ragionevolezza, educazione, di dibattito basato su argomenti e non su slogan, falsità costruite e odiosi pregiudizi. Un “credo” laico che per una parte valga oggi e domani ed è valso ieri, non soggetto ai mutamenti sociali ed economici, e per un’altra parte capace di cogliere quanto accade “hic et nunc”, qui e ora, cercando di offrire un’analisi lungimirante degli avvenimenti così da non rimanere stritolati dalla contingenza del quotidiano e dagli istinti di rivalsa verso nemici reali o immaginari o, peggio, creati deliberatamente.
Io credo, per esempio, nell’accoglienza non indiscriminata dei migranti ma in un contesto di regole internazionali condivise per una sicura e ordinata politica migratoria, secondo piani di integrazione culturale ed economica. I porti chiusi, i fili spinati, i muri invalicabili, le umilianti segregazioni dinanzi a fenomeni e drammi epocali non sono una soluzione, anzi, rappresentano la conferma che non si vuole una soluzione per obiettivi per nulla nobili. Un “credo” laico che alcun ministro, governo o fatto di cronaca potrà mai abbattere o cambiare perché assunto da uomini liberi, teste autonome, indisponibili a ogni sorta di manipolazione del pensiero e di degrado dell’anima. Il “credo” laico di chi rifugge da uno sterile buonismo e pretende invece giustizia, sempre, tutte le volte che una persona, qualunque persona, è vittima di violenza o indifferenza; giustizia in nome della Giustizia, senza tribunali di piazza e per giunta a senso unico.
Un “credo” laico scritto non nei codici o soltanto nei codici ma nel cuore per riprendere la straordinaria espressione usata dal comandante di un motopeschereccio siciliano, Carlo Giarratano, dopo avere soccorso dei migranti a bordo di un gommone a cinquanta miglia da Malta: “La gente in difficoltà in mare – ha detto convinto – va sempre salvata, è una legge scritta nel cuore”.
Chissà se il comandante Giarratano voleva evocare la commovente promessa di Dio, consacrando l’alleanza d’amore con gli uomini, riportata dal profeta Geremia (31, 31-35): “Dice il Signore, porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore”. E’ la medesima legge, la legge naturale: ama il tuo simile e non provocargli mai dolore. Qual è allora, se c’è, il mio credo laico? Sì, ce l’ho, chiaro, limpido. Credo negli uguali diritti delle donne e degli uomini, indipendentemente dalle condizioni sociali, dal colore della pelle, dal sesso e dalle tendenze sessuali, dalla fede religiosa e politica; credo nella globalizzazione dei diritti per la libertà dal bisogno, nella democrazia e nella separazione dei poteri; credo nell’affermazione della legalità contro le mafie e la corruzione; credo negli Stati Uniti d’Europa; credo nell’esistenza di una sola razza, quella umana; credo nella responsabilità penale personale e non secondo appartenenza a un popolo o a un’etnia; credo nella solidarietà, nella pace e rinnego la guerra; credo nella necessità di uno sforzo planetario per rimediare, ormai per quanto possibile e finché siamo in tempo, a tutto il male inferto ad altri esseri umani, schiavizzandoli e riducendoli in povertà, per smanie imperialiste e interessi economici, al nostro ambiente, agli animali, alla casa comune a causa del dio denaro. Ecco il mio credo laico, ecco i valori che ho cercato di trasmettere ai miei figli. Domandiamocelo, qual è il nostro credo laico?
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03 Agosto 2019, 13:13