04 Febbraio 2021, 10:56
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TRAPANI – Misiliscemi, il giorno dopo. Le restrizioni per contenere la diffusione dei contagi da Covid-19, non hanno consentito feste di piazza né cortei con auto strombazzanti. Anche perché frastornati dall’esito di una battaglia durata oltre dieci anni, i componenti dell’associazione Misiliscemi (fautrice del percorso che ha portato alla nascita del nuovo Comune omonimo) hanno deciso di fare, anche in questo caso, le cose per bene. Meglio avere le autorizzazioni necessarie e poi procedere con una manifestazione pubblica ed autorizzata. Ma la gioia era tanta, ieri sera, che uno sparuto numero di componenti l’associazione s’è riunito per stappare una bottiglia di spumante. Bollicine che hanno sorseggiato, assieme a loro, anche i due deputati regionali di Marsala, gli onorevoli Eleonora Lo Curto e Stefano Pellegrino, che hanno supportato e perorato la battaglia per il nuovo Comune di Misiliscemi. Da ieri, quindi, la Sicilia annovera il 25° Comune in provincia di Trapani e il 391° della Regione. Non subito, però. C’è tutta una trafila burocratica da affrontare e, nell’attesa che tutto venga definito, il nuovo Comune sarà retto da un commissario straordinario che rimarrà in carica fino all’elezione di sindaco e Consiglio. La sede legale provvisoria, nelle more dell’approvazione dello statuto, sarà nel Comune di Trapani. Nel territorio di Misiliscemi rientrano le frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande, Pietretagliate. Il personale del Comune di Trapani, residente nelle frazioni scorporate, passerà alle dipendenze del nuovo ente locale.
Nel territorio ricade l’aeroporto di Birgi. In totale Misiliscemi avrà 8.669 abitanti, circa il 12,5% degli attuali abitanti di Trapani (67.531). Appare evidente dai numeri, e sin dall’inizio dell’iter che ha portato a questo epilogo, che è la vittoria di pochi nei confronti dei tanti. La potremmo definire la vittoria di Davide contro Golia, ed in effetti lo è stata: una piccola associazione formata da persone comuni ed anche semplici che, con una fionda (un sogno da realizzare) ha sconfitto il gigante (classe politica trapanese e burocrazia siciliana) armato di sana pianta. Ieri pomeriggio presenti in aula, all’ARS, erano circa due terzi degli aventi diritto. Il nuovo Comune di Misiliscemi ha ricevuto, complessivamente, 21 sì e 13 no. Alcuni altri, pochi, si sono astenuti in maniera pilatesca. L’aula ha discusso entrando nel merito dell’opportunità di dare vita ad un nuovo piccolo Comune di nemmeno novemila abitanti, specialmente alla luce dell’altro disegno di legge che va in controtendenza, rispetto a quello votato ieri pomeriggio, e cioè quello che punta alla soglia dei 10.000 abitanti per poter chiedere l’istituzione di un nuovo Comune.
Con questa “soglia di sbarramento” il Comune di Misiliscemi sarebbe stato fuori dai giochi ed infatti, anche per questo motivo, la macchina dei sostenitori del nuovo Comune s’è messa in moto come mai. E i protagonisti sono stati certamente i componenti dell’associazione Misiliscemi che sono riusciti a raggiungere l’obiettivo al quale hanno lavorato da oltre dieci anni. Voto segreto, quello che ha sancito la nascita di Misiliscemi. Meccanismo che ha fatto storcere il naso al presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, il quale ha tenuto a sottolineare che “il decentramento è fallito. Non ci trovo nulla di scandaloso nelle richieste che possono arrivate da diversi territori”, aprendo spiragli anche alle altre realtà siciliane che, come Misiliscemi, puntano a diventare Comune autonomo. Il dibattito ha palesato gli schieramenti contrapposti. E in mezzo gli astenuti, come i deputati del Movimento Cinque Stelle “”Come Movimento – ha dichiarato la deputata Gianina Ciancio – abbiamo sempre avuto un grande rispetto per il risultato referendario, ma non possiamo non sottolineare che l’istituzione del Comune di Misiliscemi resti una scelta anacronistica, in un mondo che va verso l’accorpamento e l’efficientamento dei servizi”. Alla Ciancio ha fatto da sponda il collega pentastellato Antonino De Luca sottolineando l’incongruenza, tra quello che si stava votando in aula ed il nuovo testo enti locali che arriverà a breve in Aula proprio sulla norma che prevede il divieto della formazione di nuovi Comuni al di sotto dei 10.000 abitanti”.
Favorevoli i deputati del gruppo parlamentare di Attiva Sicilia che annovera, tra l’altro, due esponenti del trapanese e cioè l’alcamese Palmeri e il mazarese Tancredi. Un no secco al Comune di Misiliscemi è arrivato dall’onorevole del Pd Antonello Cracolici: “Votando a favore di questo nuovo Comune c’è il rischio di aprire la strada a tante altre piccole richieste che rimandano ad una frammentazione dei territori che sarà difficile governare. Io, da parlamentare, non intendo assumersi questa responsabilità”. E, infine, è stata la volta dei due sostenitori a spada tratta del Sì a Misiliscemi, i due deputati marsalesi Stefano Pellegrino ed Eleonora Lo Curto. Pellegrino, tra l’altro presidente della prima Commissione e relatore del disegno legge. Ma la vera vincitrice politica di questa battaglia che ha portato alla nascita di un nuovo Comune è la deputata UdC Eleonora Lo Curto: “È stato un percorso lungo che però ha fatto giustizia dell’autodeterminazione dei cittadini di questa porzione di territorio, a ridosso dei comuni di Trapani, Marsala e Paceco, che finalmente vedono riconosciute le ragioni per le quali si sono battuti al fine di ottenere la propria autonomia da Trapani. Se questi cittadini si sono spinti a tanto è perché da sempre si sono sentiti marginali ed estranei all’amministrazione cittadina”. I due marsalesi non ne hanno fatto mistero, durante la campagna elettorale per le scorse Amministrative a Marsala: la nascita di Misiliscemi con conseguente riduzione del numero di abitanti per Trapani potrebbe aprire le maglie per una rivisitazione sul capoluogo di provincia e Marsala, adesso, sogna un po’ di più rispetto a ieri. Oggi, Trapani s’è svegliata più povera di cittadini e di risorse. Il malumore, per le strade e sulle pagine dei social network, è palese. Ma è tardivo. Al referendum di fine maggio 2018 gli stessi trapanesi che oggi si lamentano hanno preferito non votare, lasciando di fatto la vittoria in mano al fronte del sì ed ai misilesi (si chiameranno così i cittadini del nuovo Comune) che, allora, si recarono in massa a votare consentendo il superamento del quorum nelle otto frazioni interessate. Tutto il resto è acqua passata. Storia scritta e, se vogliamo, tutta da decifrare. La storia nuova inizia da oggi, con un nuovo Comune e la necessità, per Trapani, di capire cosa diventare da grande: se rimanere in preda all’atavico menefreghismo che la contraddistingue da tempo o se iniziare a puntare, davvero e con concretezza, sull’ipotesi Grande Città accorpando in un unico grande Comune il territorio di Trapani ed Erice, intanto.
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