30 Marzo 2021, 05:54
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CATANIA – Il “padrino” inizia a vacillare in Sicilia, l’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina lo ha “sospeso” per tre anni, insieme alla figura della madrina. In pratica i battesimi e le cresime saranno celebrati senza di loro. La motivazione? “Sono ruoli decaduti dal punto di vista religioso”, spiega a LiveSicilia il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana Antonio Raspanti, Vescovo di Acireale. Contro la celebre immagine, scolpita nell’eternità dalla pellicola di Francis Ford Coppola, si stanno mobilitando alti piani del Clero. Ma la mafia non c’entra, o forse, un po’, sì. Ecco cosa sta accadendo.
Il decreto è stato firmato nella prima settimana di marzo da Salvatore Gristina: “Considerato – ha scritto l’alto prelato – che nell’odierno contesto socio-ecclesiale la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede”.
La sospensione è per i prossimi tre anni, a partire da maggio, ma il dialogo è molto acceso all’interno degli ambienti ecclesiastici.
“La figura del Padrino affianca, da sempre, l’educazione cristiana del ragazzo – spiega Raspanti – ma questa figura è molto decaduta, si è ridotta a una cosa formale, con regali e festeggiamenti, ma non c’è alcuna garanzia da parte del padrino o della madrina, che venga intrapreso un percorso religioso”. Molto spesso, padrini e madrine sono “non praticanti”, spesso anche “divorziati o conviventi”. Tutti elementi che violano le regole ecclesiali. Ma c’è di più: “Spesso i sacerdoti – confida Raspanti – attraversano momenti di tensione quando respingono le indicazioni di padrini che non hanno i requisiti”.
“In alcuni quartieri, devo dire la verità – continua il Vescovo Raspanti – e in alcune zone della nostra isola, nell’immaginario collettivo c’è l’idea del padrino connessa a quella del film. Ma da noi non c’è questo diretto riferimento. In alcuni quartieri di Palermo e Catania credo di sì, ma sono zone molto limitate, perché ha radici molto più ampie, al di là della mafia. Il padrino inizia il giovane per entrare in una comunità e ne diventa il tutore. Questo può creare dei fraintendimenti notevoli”.
I fraintendimenti di cui parla Raspanti hanno portato, alcune diocesi calabresi, a intervenire con provvedimenti molto drastici. Ma il Vescono di Acireale rassicura: “Migliaia di ragazzi ho cresimato, ma senza avere questa percezione ma quando abitavo a Palermo, devo confessare che questa sovrapposizione c’era”.
Il Vescovo Raspanti ha analizzato i dati statistici che confermano una tendenza, sul 65% degli italiani che si dichiarano cattolici, i praticanti sono circa il 10%, con un rischio, ovvero che “il padrinato faccia aumentare la distanza del popolo dalle istituzioni, soprattutto la Chiesa come Clero. Se mettiamo insieme tutti questi elementi si capisce che questo ruolo importante si è svuotato molto del suo significato originale”.
Comunque ci sono anche delle contromisure in corso, per esempio “i padrini potrebbero affiancare i ragazzi nell’ultimo anno di formazione spirituale”. E poi c’è sempre da capire cosa succederà dopo, Raspanti e altri Vescovi stanno cercando di capire come valorizzare la figura del padrino, per evitare anche che ne resti solo una in circolazione: quella interpretata dall’eterno Marlon Brando. Che è splendida. Ma può essere “fraintesa”.
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30 Marzo 2021, 05:54