06 Ottobre 2022, 06:00
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PALERMO – Cammino di certo non entusiasmante quello del Palermo in queste prime giornate di Serie B, con quattro sconfitte nelle ultime cinque gare e rosa attualmente in piena zona play-out. La compagine di Corini non ha ancora trovato la propria quadratura, con un gioco che fatica ad ingranare nonostante la sosta per le Nazionali e il ritiro all’Etihad Campus di Manchester svolto per assimilare i dettami del tecnico di Bagnolo Mella.
Tante le difficoltà del Palermo, legate anche al rendimento di giocatori arrivati dal mercato estivo con curriculum di grande rilievo ma non in grado, in questo momento, di dare una marcia in più sul terreno di gioco. Fra questi vi è Leo Stulac, tra i colpi più altisonanti del duo Rinaudo-Zavagno ma che non è ancora riuscito a prendere in mano le chiavi del centrocampo rosanero.
LA “MENTE” DEL CENTROCAMPO
Il regista sloveno è un profilo di grande spessore per la categoria, con 90 presenze in cadetteria tra campionato e play-off e 49 in Serie A a conferma di una carriera importante. Una scelta, quella dei rosa, dettata dalla necessità di un giocatore che riesca a dettare i tempi nel 4-3-3 pensato da Corini per questo Palermo.
Stulac, nonostante l’arrivo in pompa magna, non è riuscito finora a mostrare appieno le proprie qualità. Una mancanza palesata non soltanto per suoi demeriti ma anche per quelli del resto della squadra, con tanti altri interpreti finora al di sotto delle aspettative e una confusione tattica che fa ancora da padrona. Contro il Sudtirol, così come nelle precedenti gare fatta eccezione per quella contro il Genoa, uno dei limiti dei rosa è stata la mancanza di fluidità e rapidità di manovra, fondamentali nei quali l’ago della bilancia dovrebbe essere proprio l’apporto qualitativo del regista sloveno.
A rendere più difficile il lavoro in mezzo al campo del classe 1994, probabilmente, ha influito anche il cambio modulo dal 4-3-3 al “vecchio” 4-2-3-1, schieramento che non esalta appieno le caratteristiche di un giocatore che rende al meglio come vertice basso di un centrocampo a tre. Poche idee, tanti errori tecnici non da lui e, fatta eccezione per un bel lancio per Brunori sul finale di primo tempo, davvero poco per incidere e a conferma della sua opaca prestazione è arrivata la sostituzione all’intervallo per fare spazio al più dinamico Damiani.
ALLA RICERCA DEL “VERO” STULAC
E’ chiaro che, nel percorso di crescita e ripresa dopo un inizio di campionato difficile, l’apporto di Stulac in questo Palermo è pressoché fondamentale. Urge ritrovare il giocatore ammirato ad Empoli, vero trascinatore dei toscani, e la sua qualità tecnica per poter trovare soluzioni importanti sia in fase di impostazione che sui tiri dalla distanza, altro fondamentale nelle corde del regista rosanero.
Per quanto il suo posto tra i titolari non sia in discussione il giocatore sloveno, a maggior ragione in caso di riconferma del 4-2-3-1, dovrà iniziare a guardarsi le spalle. Damiani nella mediana a due ha dimostrato di essere decisamente più in palla soprattutto sul piano atletico e Broh, tra i migliori di inizio torneo, è pronto a ritagliarsi spazio importante anche dal primo minuto dopo lo stop per infortunio.
Toccherà proprio a Stulac, dall’alto del suo curriculum di grande spessore, prendere in mano le chiavi del centrocampo rosanero e suonare la carica per far risalire il Palermo dai bassifondi della classifica.
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06 Ottobre 2022, 06:00