Da Iachini a Iachini in 97 giorni | A Palermo si chiude il cerchio - Live Sicilia

Da Iachini a Iachini in 97 giorni | A Palermo si chiude il cerchio

Ballardini, Viviani, Bosi, Barros Schelotto, Tedesco e infine ancora Bosi. Confusione, instabilità e di conseguenza risultati altalenanti. Il marchigiano scende nuovamente in campo per la salvezza del club, mettendo alle spalle ogni contrasto col patron.

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PALERMO – Novantasette giorni dopo, il cerchio trova la sua chiusura. Probabilmente la più naturale, considerando che a Palermo, fin dalle prime ore in cui ha avuto inizio il turbinio delle prime voci, la parola d’ordine è sembrata essere “caos”. Beppe Iachini riprende ciò che aveva lasciato, non senza polemiche e non senza lo stupore di chi aveva appena visto vincere la formazione rosanero. Una spizzata di testa da pochi passi di Gilardino aveva regalato i tre punti nella sfida contro il Chievo, che dall’esterno sembrava poter essere cruciale per il destino del mister di Ascoli Piceno, ma che per chi conosceva l’ambiente era chiaramente ininfluente. L’esonero era già stato praticamente deciso, il match contro gli uomini di mister Maran serviva soltanto da intermezzo in vista di una sosta del campionato, che avrebbe consentito al nuovo allenatore del Palermo – Davide Ballardini – di avere più tempo per conoscere il gruppo e applicare, qualora fosse necessario, delle novità sul piano tattico.

Il popolo di fede rosanero non prese affatto bene la decisione di Zamparini.Ma come? Vinciamo una partita – e non capita tanto spesso quest’anno – e ci esoneri l’allenatore?“, questo il pensiero diffuso tra i tifosi palermitani, i quali avevano imparato ad amare quella figura schiva, con il cappellino in testa che sembrava ormai il prolungamento della sua pelle e che era diventato il simbolo della lotta applicata dalla squadra per mantenere la serie A. Chiunque sapeva che questo ribaltone in panchina avrebbe portato grandi cambiamenti. In molti ipotizzavano – e alla lunga avevano ragione – che sarebbe solo stato l’inizio di tre mesi eterni, per la piazza e per la squadra.

Ballardini non inizia bene, toccando probabilmente l’apice del suo fallimento sportivo con la sconfitta casalinga, e la conseguente eliminazione dalla coppa Italia per mano dell’Alessandria. Zamparini è furente, redige un comunicato in cui invita i suoi giocatori a vergognarsi per la magra figura, tanto da escluderne tre dalla rosa: Daprelà, Maresca e soprattutto Rigoni, autore di un grande exploit nella scorsa stagione, proprio con Iachini alla guida. Alla sconfitta contro i grigi seguono altre partite sicuramente poco edificanti per garantire a Ballardini un futuro roseo alla guida del Palermo: la vittoria con il Frosinone funge da iniezione di morfina in mezzo al dolore provocato da prestazioni sconcertanti, soprattutto contro Juventus, Atalanta e Fiorentina.

E proprio al termine della gara contro i viola, avviene il primo di una serie di colpi di scena: Zamparini comunica l’esonero a Ballardini, ma non lo rende ufficiale in attesa di ufficializzare il ritorno di Iachini, ma alcuni contrasti sul fronte del mercato fanno saltare tutto, e il romagnolo rimane clamorosamente in sella. Ma lo farà solo per sette giorni, dopo i quali arriva il secondo coup de theatre. Si va a Coccaglio per preparare la trasferta di Verona, Ballardini chiama a sè il preparatore dei portieri Sicignano e gli svela i propri dubbi su chi schierare in porta: vengono chiamati in causa Colombi e soprattutto Sorrentino, il quale non le manda a dire al tecnico, a nome suo e della rosa, causando di fatto una frattura insanabile. La squadra vince con una rete di Vazquez, ma l’immagine da copertina di quel pomeriggio è l’esultanza di gruppo (panchina compresa) con il tecnico che resta in disparte, con le braccia conserte e il volto contratto. Al termine di quel lungo weekend, Ballardini se ne andrà, non prima di aver ascoltato la filippica a mezzo stampa di capitan Sorrentino.

Da quel giorno, il caos regna sempre più sovrano. A Marassi è Fabio Viviani a guidare la squadra da bordocampo, mentre assiste alla partita dalla tribuna Guillermo Barros Schelotto, nuovo protagonista di questo kolossal dalle sfumature simili a quelle del “Titanic”. L’argentino sbarca a Palermo ma non ha i requisiti per allenare, e i “consiglieri” slavi di Zamparini puntano sull’acquisizione del passaporto comunitario per consentire al Mellizo di fare il mister a tutti gli effetti. Ciò, ovviamente, non avviene, e tra incarichi da dirigente accompagnatore e tentativi di iscrivere l’ex Xeneize al corso per il patentino, si ricorre prima al “prestito” dalla Primavera di Giovanni Bosi e poi all’ingaggio last minute di Giovanni Tedesco, in possesso dei requisiti per fare da allenatore durante le partite, ma richiamato nella sua città per fare da “ponte” tra Schelotto e i giocatori in campo. Tuttavia, la terra sotto ai piedi di Zamparini torna a tremare all’inizio di febbraio: Barros Schelotto annuncia le dimissioni in quanto non intende restare a Palermo come tecnico in maniera solo mascherata, dopodichè anche Tedesco sostiene di voler andare via se non gli viene assicurato un posto da capo allenatore, salvo poi ricevere rassicurazioni. Contro il Torino, in panchina si siede lo stesso “picciotto” di Pallavicino con il rientrante Bosi.

Ma è ancora il caos a regnare, come abbiamo già detto e ridetto. Il Palermo disputa una gara imbarazzante contro i granata, che vanno sotto dopo tre minuti ma sfoderano poi una prestazione che lascia pensare a una goleada incombente. Il punteggio recita 1-3 ma è quasi bugiardo per gli ospiti, mentre in curva e per le strade continua a serpeggiare il malcontento verso la proprietà. Zamparini, allora, modera la propria posizione nei confronti di Beppe Iachini e lo contatta: i due si parlano, probabilmente avranno anche alzato la voce e avranno minacciato di mandarsi a vicenda a quel paese, ma alla fine il bene comune ha trionfato sui contrasti personali. E l’uomo con il cappellino può così tornare a bordo di quel campo dove si è sentito amato come in pochissime altre parti d’Italia. Si ricomincia da Roma e dalla Roma, dove si era conclusa la splendida cavalcata dello scorso campionato. E si ricomincia tra mille problemi e tra mille dubbi, ma con un solo obiettivo: raggranellare quei punti necessari per portare a casa la salvezza. In attesa di capire cosa accadrà durante la rovente estate che si prospetta a Palermo.


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