Il Palermo stavolta russa

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21 Ottobre 2010, 22:56

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E’ l’altra faccia dello scintillante Palermo che conosciamo. Finché giocano i mastri cantori di primo piano, l’orchestra regge ed esprime la sinfonia delle meraviglie. Con i meno gallonati nel golfo mistico rosanero,  i fiati risultano corti, le percussioni non bastano. Vincono gli altri. Lo sapevamo.
Col Cska si è visto, Palermo cambiato: Pastore nella zona del fosforo,  Hernandez e Big Mac in avanti, il tardivo Goian a fare sfracelli – a vantaggio degli altri -in difesa. Centrocampo con poco costrutto senza Bacinovic (che in Eurolandia non ci sarà mai), né Liverani.

Eppure i rosa ci hanno provato, sono stati in partita con ordine e metodo per un po’. Il Cska del tanto decantato Vagner Love (sotto le treccine poco o nulla. Va bene: ci sta antipatico) è una squadra col pelo sullo stomaco, una ciurma di veterani che ne hanno sopportate di cotte e di crude. Ha giocato al gatto col topo, si è concessa il lusso di sbagliare un rigore, dopo la sfuriata iniziale del Rossi-team, con un imperdonabile e spuntato Hernandez e Maccarone fermato a un passo del gol per un fuorigioco mai esistito. Inesorabilmente, la squadra russa ha colpito. Testa di Doumbia, Benussi – già bravo a sventare un tiro dagli undici metri da lui stesso procurato con una uscita improvvida – nulla ha potuto. La tattica mobile del Cska (esterni assai elastici dal 4-4-2 al 4-2-4) ha costruito sul golletto la sua paziente tela vittoriosa.

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Nel secondo tempo, ancora Doumbia ha raddoppiato, guizzando tra le belle statuine rosanero. Terzo gol di Nedic, dopo l’espulsione di Pastore per un applauso di troppo a un arbitro comunque scarso e indisponente. Caldo saluto finale del bel pubblico rosanero ed Europa in bilico. Non si può vincere contro i più forti, schierando i più deboli. E’ la dura legge del gol.

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21 Ottobre 2010, 22:56

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