27 Ottobre 2014, 13:33
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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – La beffa che si aggiunge al danno: il k.o. casalingo contro Roma continua a tenere l’Orlandina inchiodata all’ultimo posto in classifica ma lascia un grosso punto interrogativo al proposito. Come sarebbe finita con Austin Freeman in campo? Già, perché se i paladini sono riusciti a tener testa a Roma fino all’ultimo possesso, c’è da pensare che con la guardia americana sarebbe potuta essere tutt’altra partita. Invece la Fiba non ha concesso all’atleta la licenza A per via di una divergenza tra le indicazioni del luogo di nascita sui due passaporti, americano e liberiano, posseduti da Freeman.
L’Orlandina ha cercato di fornire alla Fiba il prima possibile tutti i documenti necessari, ma la notifica dell’indisponibilità di Freeman è arrivata troppo tardi. Al momento di inoltrare la documentazione, infatti, il club di Capo d’Orlando ha dovuto fare i conti con la chiusura settimanale degli uffici Fiba. Nessuna risposta ufficiale, dunque, con Freeman costretto a guardare i suoi compagni dalla tribuna del PalaFantozzi. Una penalizzazione per coach Griccioli e per tutta la squadra, che ha dovuto lottare contro Roma senza uno degli elementi più positivi di questo primo scorcio di campionato.
Eppure la situazione è ben più complicata di quel che sembra. Giuseppe Sindoni, general manager dell’Orlandina, ha ricostruito i fatti dalla propria pagina di Twitter partendo dalla richiesta della Fiba di poter controllare lo status di Freeman. Richiesta inoltrata alla Fip che, clamorosamente, non avverte l’Orlandina. Una negligenza a cui la Fiba ha provato ad ovviare fino a poche ore prima della palla a due, contattando direttamente lo stesso Sindoni per trovare una soluzione in extremis. Anche quando tutto sembrava essere risolto, però, la situazione non si è sbloccata.
Incredibilmente, a quattro ore dall’inizio del match, un rappresentante di Fiba Europe aveva dato telefonicamente il via libera a Sindoni per far giocare Freeman. L’unica richiesta espressa dalla Fiba era quella di un documento aggiuntivo: la posizione del giocatore americano è risultata essere perfettamente in regola, ma era necessario che ad inviare tutta la documentazione fosse la Fip per questioni di protocollo. Bastava dunque che dalla federazione venisse inviato un normalissimo file pdf, ma nessuno dalla Fip ha dato segni di vita. Risultato: Freeman fuori per un cavillo burocratico di facile soluzione. E Orlandina penalizzata da un errore non suo.
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27 Ottobre 2014, 13:33