04 Febbraio 2016, 14:48
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PALERMO – Il Parlamento europeo ha riconosciuto stamattina la “condizione di insularità” per la Sicilia e la Sardegna. La risoluzione, proposta dall’europarlamentare del Ppe Salvatore Cicu e sostenuta da Michela Giuffrida (Socialisti e democratici), da Verdi, Sinistra Unitaria e Cinquestelle, è stata votata con 495 voti a favore su 693 votanti. Lo si legge in un comunicato dell’eurodeputato Cicu, per il quale “è un voto storico per Sicilia e Sardegna che vedono finalmente per la prima volta rappresentata la vertenza insularità a livello europeo. Adesso le condizioni di svantaggio in cui le due regioni versano, sono un dato concreto che si tradurrà in nuove risorse, più opportunità, più diritti”. “Con questa risoluzione – spiega Cicu – si richiama la Commissione europea a dare applicazione all’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione, che riconosce le condizioni di svantaggio per le regioni insulari, ma fino a oggi è rimasto lettera morta. Grazie alla decisione votata a larga maggioranza si potranno facilmente superare gli ostacoli normativi posti dal regime di libera concorrenza rispetto al principio della continuità territoriale: il sistema dei trasporti di Sicilia e Sardegna, per esempio, potrà finalmente godere dei benefici economici necessari per colmare un oggettivo gap geografico, senza incorrere nei divieti Ue”. Tra le novità che la risoluzione porterà con sé, Cicu indica anche il superamento del principio del Pil come unico indicatore “perché si riconoscono gli handicap naturali delle due regioni insulari”. “La Commissione – continua – ora dovrà prendere in considerazione elementi diversi dal Pil per garantire l’accesso alle risorse europee da parte di Sicilia e Sardegna. Dovranno essere destinati finanziamenti specifici per le due Regioni che compensino gli svantaggi legati alla condizione di insularità”. La risoluzione prevede inoltre la predisposizione di un quadro strategico europeo per le isole, con cui articolare strumenti di impatto territoriale; sollecita la creazione di un desk per le isole e di un’agenda europea che diano, sottolinea l’europarlamentare, “piena attuazione all’articolo 174 del Trattato Ue”. Salvatore Cicu invierà stamattina una lettera al commissario alle Politiche regionali, Corinna Cretu, chiedendo un incontro bilaterale per accendere i riflettori su Sicilia e Sardegna e per varare politiche concrete in favore delle due isole. “Le compagnie low cost scappano dalle isole – ha dichiarato l’europarlamentare nel suo intervento in Plenaria – e con esse anche le multinazionali. Questo significa la mancanza di una continuità territoriale, ma significa anche la mancanza di una possibilità di concorrenza rispetto al prezzo dell’energia. Le isole non possono, con le loro piccole e medie imprese, raggiungere il processo di internazionalizzazione che servirebbe per accrescere la loro competitività, perché vivono un contesto strategicamente abbandonato. Per questo credo che sia fondamentale capire che, quando si parla di trasporto merci e persone, si debba prendere atto dell’esistenza di un monopolio delle compagnie. E quando si parla di sistema turistico, oggi non esiste una politica di destagionalizzazione. Tutto ciò significa che le isole non hanno finanziamenti dedicati”. Secondo Cicu, “i regolamenti di cui oggi l’Europa parla sono deboli e sono sicuramente da rivedere, da valutare e da rafforzare. Occorre allora rivedere gli obiettivi strategici che la Commissione dedica ai territori insulari, predisponendo un impegno più forte rispetto al quadro strategico della futura programmazione”. “Si parta dunque – dichiara Cicu – dall’articolo 174 che c’è, esiste, e riconoscerebbe dei diritti importanti, ancora oggi inapplicati. Ora mi aspetto che Crocetta, Pigliaru e Renzi possano raccogliere la mia sollecitazione inviata in questi giorni dando un segnale ad una battaglia che richiama la coesione di tutti”.
“La Commissione europea riconosca le specificità territoriali delle Isole e ne tenga conto nella programmazione dei fondi strutturali. Sono autore della Risoluzione che il Parlamento ha approvato oggi a larga maggioranza perché l’Ue possa varare politiche ad hoc per territori che devono poter trasformare i loro gap in risorse”, dichiara Michela Giuffrida, europarlamentare PD, membro della Commissione per lo Sviluppo Regionale, relatore per il gruppo SD della Risoluzione sulla Condizione di Insularità.
“Le Isole sono tra i territori con le maggiori debolezze. Le caratteristiche strutturali e naturali rappresentano, al contempo, la loro straordinaria ricchezza e la loro più grande debolezza. Oggi – continua Giuffrida – ho chiesto alla Commissione di prendere atto delle carenze che impediscono e ostacolano la crescita e lo sviluppo economico in questi territori. Perché qui la realtà amara: la mobilità nelle isole è ridotta, il carburante costa di più, i produttori hanno maggiori difficoltà ad esportare, i turisti ad arrivare. Questi svantaggi possono diventare risorse e volano di sviluppo solo se c’è una forte determinazione e volontà politica anche da parte della Commissione europea. Intanto la Sicilia – sottolinea Giuffrida – è però ostaggio delle compagnie aeree e di navigazione e le nostre merci hanno costi di produzione e commercializzazione insostenibili. E’ fondamentale che venga istituito, come ho chiesto, uno “sportello Isole” composto da esperti con il compito di coordinare e valutare le politiche per le regioni insulari e che elabori una “Strategia per le Isole” che preveda azioni concrete e obiettivi specifici. Il mare deve produrre crescita blu, le risorse naturali energie rinnovabili, i prodotti della terra agricoltura biologica. Chiedo all’Europa di sostenere le sue Isole – conclude l’eurodeputato del PD – perché diventino polo di attrazione per investimenti in settori determinanti per la crescita economica dell’intera Unione”.
“Ora Palazzo Chigi e Palazzo d’Orleans non hanno alibi. Si faccia leva sulla decisione del Parlamento Ue per abbattere significativamente i costi delle tratte marittime, ferroviarie e aeree. E si attui la fiscalità compensativa con la creazione di zone franche”. Così il segretario della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, dopo l’approvazione a Strasburgo, stamani, della risoluzione che riconosce la ‘condizione di insularità’ di Sicilia e Sardegna. Con la decisione del Parlamento Ue, commenta la Cisl, “cambia potenzialmente tutto”. In pratica, si aprono “scenari di notevole interesse” dato che lo svantaggio in cui le regioni insulari versano non è più, ora, mera enunciazione di principio. “Da oggi – sottolinea la Cisl – c’è un atto formale di cui i governi regionale e nazionale dovranno tener conto”. Perché il principio della continuità territoriale, nonostante tanti buoni propositi, non è mai stato attuato con tutto quello che questo ha comportato in termini di freno allo sviluppo. E quanto alla leva fiscale, fin qui è stata, di fatto, “mera risposta al bisogno di cassa più che strumento di politica economica e sociale”. “Il caso dell’Irlanda – aggiunge Milazzo – testimonia che un regime fiscale avvantaggiato in forza del disagio che si compensa, innesca un circuito virtuoso di nuove imprese, nuova occupazione e crescita produttiva”. La Sicilia ha le stesse potenzialità dell’Irlanda, sottolinea la Cisl, con la differenza che, proprio per la sua posizione geografica, potrebbe essere piattaforma strategica europea nel Mediterraneo. Insomma, Palermo e Roma non hanno più alibi. “I governi regionale e nazionale aprano, con il contributo delle forze sociali, una discussione che dia seguito alla decisione del Parlamento Ue”.
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