Il pasticcio dei fondi alle periferie |Conte unisce destra e sinistra

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21 Settembre 2018, 17:48

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Il balletto del governo Conte sui fondi per le periferie spariti dal Milleproroghe riesce nella difficile impresa di mettere d’accordo destra e sinistra. Con Leoluca Orlando e Nello Musumeci in prima linea contro l’esecutivo nazionale, criticato all’unisono dal sindaco di Palermo e dal presidente della Regione.

Lo “scippo”, così definito dalle opposizioni, dei fondi destinati alle città italiane, somme di cui avrebbe beneficiato soprattutto la Sicilia era già stato stigmatizzato prima che il Milleproroghe approdasse alla Camera. Orlando era stato tra i più critici e non aveva cambiato posizione nemmeno quando l’Anci, la sua Anci, di cui il sindaco di Palermo è presidente regionale, si era accordata con il governo su una toppa al buco, con l’impegni di Conte di appostare le somme successivamente e spalmarle in un triennio. Orlando aveva criticato i vertici nazionali dell’associazione dei Comuni e per protesta aveva disertato la visita palermitana del presidente del Consiglio. Ora tutta l’Anci passa sulle barricate, dopo quello che è stato valutato dai sindaci come un passo indietro da parte del governo per via della mancata presentazione del decreto che doveva mettere appunto una toppa. L’Anci ha interrotto le relazioni con l’esecutivo e Orlando è tornato alla carica, scrivendo ai colleghi sindaci per metterli in guardia da un sistema collaudato con cui lo Stato “pone i Comuni gli uni contro gli altri”. Pd, Idv e Sinistra si sono fatti sentire in sintonia con Orlando. La sinistra cerca di riappropriarsi del tema del Sud penalizzato, quel Sud che alle Politiche ha votato in massa il Movimento 5 Stelle abbandonando il Pd. E i dem oggi hanno messo ancora una volta l’accento sullo “scippo” subito in particolar modo dalla Sicilia che perde oltre 200 milioni.

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Ma anche il presidente della Regione oggi ha ribadito una posizione già espressa nei giorni scorsi: “Più che facilitare gli investimenti nelle aree degradate del Paese, si sono congelati anche quelli già finanziati”. Così Musumeci ha commentato le mosse del governo giallo-verde – mosse che Conte a Palermo ha argomentato facendo riferimento a un problema di incostituzionalità della norma da superare. “Una decisione – continua il governatore – che in Sicilia blocca molti progetti (nei Comuni capoluogo e nelle Città metropolitane) che avrebbero portato investimenti per diverse centinaia di milioni di euro. Una scelta sbagliata perché penalizza, ancora di più, le aree già svantaggiate come la Sicilia: e a subirne gli effetti saranno i più deboli”.

L’uscita di Musumeci sembra avere anche un significato politico. Il governatore oggi partecipa insieme all’omologo ligure Giovanni Toti alla festa di Fratelli d’Italia. E sembra che ultimamente il presidente della Regione, dopo un dialogo ufficialmente solo istituzionale ma sotto traccia verosimilmente anche politico con la Lega, si stia riallontanando dal Carroccio. La presa di posizione politica molto netta assunta contro il governo grillo-leghista, con un chiaro profilo meridionalista, si inserisce anche in questo quadro. Che resta comunque ancora molto fluido in vista del congresso regionale di Diventerà Bellissima che dovrebbe celebrarsi a novembre e che deciderà le mosse future del soggetto politico anche in vista delle elezioni europee.

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21 Settembre 2018, 17:48

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