Caos elezioni, Chinnici: | "Ecco come calcolare i voti" - Live Sicilia

Caos elezioni, Chinnici: | “Ecco come calcolare i voti”

Dopo una riunione nel pomeriggio, l'assessore alla Funzione pubblica Caterina Chinnici ha fornito l'interpretazione ufficiale della legge elettorale. Per il sindaco, valgono solo le schede in cui è indicata la preferenza al primo cittadino. Stesso meccanismo per i partiti, con un effetto immediato: potrebbero essere ritoccate le percentuali delle varie liste. Possibile ripescaggio in Consiglio quindi per "La sinistra e gli ecologisti per Palermo" (ferma al 4,77%), quella di Fli (circa il 4,3%) e quella del Movimento cinque stelle (anche in questo caso, ferma al 4,3% circa). Restituita la fascia di sindaco ai vincitori al primo turno di Misterbianco, Sciacca, Villabate ed Erice
Il pasticcio dei risultati
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È il caos, il caos totale. La linea ufficiale della Regione arriva dopo una giornata di passione: a dettarla, a 27 ore dalla chiusura delle urne, quando le ipotesi in campo erano le più disparate, è l’assessore regionale alle Autonomie locali Caterina Chinnici, che ha dato istruzioni agli uffici di lasciare tutte le percentuali come erano ieri sera. Non dovranno quindi essere riconteggiati i dati dei sindaci, un’eventualità che oggi aveva messo in fibrillazione l’intero arco politico siciliano. Secondo l’assessore cambieranno, invece, le percentuali sulle liste, che subirebbero così un “ritocco” che potrebbe permettere a Fli, Sinistra ed ecologisti per Palermo e al Movimento cinque stelle di entrare in Consiglio comunale, a Palermo.

Insomma, per farla breve, per conteggiare la percentuale dei candidati sindaco, si prenderanno in considerazione solo le schede in cui è stata indicata la preferenza per il primo cittadino. Stesso discorso per le liste. Non conteranno in questo caso, ai fini del calcolo delle percentuali, le schede con la sola indicazione del sindaco.

L’interpretazione è il frutto di una riunione a Palazzo d’Orleans tra l’assessore regionale alla Funzione pubblica Caterina Chinnici e una “task force” convocata per l’occasione. E la spiegazione, nel tardo pomeriggio, a oltre 27 ore dal voto, trova spazio in uno stringato comunicato: “In base all’approfondimento giuridico effettuato dagli uffici della Regione, – si legge nella nota – le percentuali di voto ottenute dai candidati a sindaco devono essere calcolate sul totale dei voti validi raccolti dai soli candidati a sindaco. Stesso principio si applica per l’attribuzione delle percentuali attribuite alle liste. Un meccanismo diverso, infatti, – prosegue il comunicato – avrebbe vanificato gli effetti della nuova legge elettorale che ha bloccato il cosiddetto effetto trascinamento delle liste sul candidato a sindaco”.

Ora, stando alla spiegazione dell’assessore Chinnici, gli effetti pratici di maggiore impatto saranno due. A Palermo, bisognerà ricalcolare i voti delle liste. I dati diffusi ieri, infatti, comprendono circa 50-60 mila schede nelle quali sarebbero stati indicati solo i candidati sindaco. L’esclusione dal computo di queste schede, abbasserà il numero dei “voti validi” ai fini del conteggio per le liste. Consentendo a tutti i partiti di guadagnare qualcosa in percentuale. A sorridere, nel capoluogo, potrebbero essere adesso le liste più vicine alla soglia dello sbarramento, dopo il primo conteggio. Si tratta delle liste de “La sinistra e gli ecologisti per Palermo” (ferma al 4,77%), quella di Fli (circa il 4,3%) e quella del Movimento cinque stelle (anche in questo caso, ferma al 4,3% circa).

L’altro effetto immediato dell’interpretazione della norma, è quella rigurdante gli altri comuni. Quattro, in particolare: Misterbianco, Erice, Sciacca e Villabate. In questi Comuni, infatti, s’era prima brindato alla vittoria al primo turno di quattro candidati, salvo poi dover “annullare la festa”, vista la decisione di inserire nel conteggio anche le schede nelle quali erano presenti le indicazioni per la lista, ma non per il sindaco. La nuova interpretazione restituisce la fascia tricolore ad Antonino Di Guardo a Misterbianco, Giacomo Tranchida a Erice, Fabrizio Di Paola a Sciacca e Francesco Cerrito a Villabate.

In mattinata era stato il portale DiPalermo.it a sollevare il caso. Rifacendosi all’interpretazione della norma privilegiata dagli uffici della Regione, ma non da quelli del Comune capoluogo, il sito d’informazione palermitano ha segnalato la necessità di riconteggiare le percentuali dei sindaci. Ipotesi respinta dal capogruppo Pd all’Ars, Antonello Cracolici, ma che ha trovato una sponda nel dirigente del servizio elettorale della Regione Giovanni Corso e persino nell’atteggiamento possibilista dello stesso presidente Raffaele Lombardo: “Stiamo facendo approfondimenti sulla legge elettorale – aveva ammesso il governatore a metà del pomeriggio -, la norma si presta a interpretazioni controverse”.

Poi, la smentita. Caterina Chinnici è categorica: come voti validi, secondo l’assessore, non vanno calcolate tutte le schede, ma vanno escluse quelle che contengono preferenze solo per la lista, senza la X sul nome del sindaco. Dopo oltre un giorno, insomma, tutto torna com’era. Almeno fino ai (prevedibili) ricorsi.


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