01 Giugno 2022, 09:07
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PALERMO – Vale 1,5 milioni di euro il patrimonio confiscato al boss e imprenditore edile Giuseppe ‘Pino’ Scaduto, 76 anni, ex reggente del mandamento mafioso di Bagheria e arrestato nell’operazione ‘Perseo’. C’era anche l’anziano capomafia fra i promotori, nel 2008, della riorganizzazione di Cosa Nostra stoppata dai carabinieri.
La sua carriera criminale era iniziata parecchio tempo prima. Negli anni Novanta si occupava di estorsioni nella stagione in cui la cosca bagherese garantiva protezione e assistenza a Bernardo Provenzano. Scaduto aveva finito di scontare una condanna nel 2007. Un anno dopo era già di nuovo in cella. È a lui che si erano rivolti i mafiosi palermitani che volevano rifondare Cosa Nostra, convocando la commissione provinciale che non si riuniva dall’arresto di Totò Riina.
Il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, che si basa sulle indagini dei militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale, dichiara “l’irrevocabilità della confisca”. Il tesoretto entra a far parte, in maniera definitiva, del patrimonio dello Stato.
Scaduto è stato condannato anche per ricettazione, produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Nel 2012 ha avuto comminati 10 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. Nell’ottobre del 2017 è stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata e nel 2019 condannato dalla Corte di appello di Palermo a 10 anni di reclusione. Una fetta della sua vita, oltre vent’anni, l’ha trascorsa in carcere e in silenzio.
Un silenzio rotto soltanto nel 2017 per smentire con forza la pesante accusa che volesse uccidere la figlia perché intratteneva una relazione con un militare. Sempre nel 2017 dimostrò di essere anziano e pure focoso, così come Carmelo Fricano. Se le diedero di santa ragione in strada per una vicenda di soldi.
Nel settembre 2021, mentre scontava la pena, è stato raggiunto da un altro provvedimento di custodia cautelare per associazione mafiosa, estorsione e rapina aggravata.
Il provvedimento di confisca definitiva riguarda l’intero capitale sociale e il complesso di beni aziendali della società “Rinascimento Hotels srl” di Palermo e di altre quattro società di Bagheria: la “Scaduto costruzioni srl”, la “Sca.Bi.Oil srl. Unipersonale”, la “Scaduto Immobiliare srl”. Confiscati anche due appezzamenti di terreno e due fabbricati rurali a Palermo, tre magazzini e tre abitazioni a Bagheria e dieci rapporti bancari.
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01 Giugno 2022, 09:07