24 Giugno 2010, 19:20
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Una sortita d’inizio estate di del senatore siciliano Giuseppe Lumia sta creando non pochi imbarazzi nel Pd del’isola. Dopo aver scelto di appoggiare dall’esterno il governo regionale di Raffaele Lombardo (Mpa), eletto con il centrodestra, il Pd si ritrova nel mezzo del dibattito promosso da, che chiede autonomia da Roma e vuole fondare un Pd-Sicilia, un po’ come ha fatto il sottosegretario Gianfranco Micciché con il Pdl-Sicilia. Il senatore ha dalla sua parte l’ex ministro Salvatore Cardinale e gli uomini che aderiscono all’area Innovazione, oltre a un gruppo di deputati dell’assemblea regionale. Tra i suoi principali avversari ci sono Enzo Bianco, Ignazio Marino, Rita Borsellino, Giovanni Burtone, il senatore Vladimiro Crisafulli: quanto basta per capire che la strada di Lumia è tutta in salita. Sabato prossimo è in programma un’iniziativa della corrente che fa capo a Lumia e al capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici. Il segretario regionale dei democratici, Giuseppe Lupo, spiega che non parteciperà: “Non vado a riunioni di corrente, il partito è uno e ha propri organismi deputati a prendere decisioni. Voglio essere un segretario che rappresenta tutti e lavoro per l’unità”. Nel partito c’é chi considera il progetto del Pd-Sicilia come un percorso personale di Lumia, che starebbe creando le condizioni per un suo passaggio nell’Mpa. Viene letta così, negli ambienti del partito, una recente e appassionata interrogazione parlamentare del senatore a sostegno di un collega di palazzo Madama, Giovanni Pistorio (Mpa), che due anni fa ha subito il furto di due computer nella sua segreteria a Catania. Lumia, dopo che l’inchiesta su quell’episodio era stata archiviata, ha chiesto al governo di “tutelare l’agibilità democratica di un Movimento che per le sue caratteristiche e la sua valenza riformatrice vuole agire per incidere contro i poteri forti e mafiosi”. Un passaggio che molti leggono come una prova di adesione al movimento di Lombardo. Dopo alcuni incontri in mattinata a Palermo, Lumia è volato a Roma e risponde con una nota ai suoi detrattori: “L’Isola va riformata, ci vogliono coraggio, progetto e innovazione. E’ normale che una parte del ceto politico si faccia prendere dal terrore e reagisca con isteria e insulti. Meglio assumersi responsabilità coraggiose, piuttosto che tirare a campare e posteggiare il Pd su posizioni marginali e consociative”. Il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, esprime così le sue perplessità: “Mi preoccupa la situazione del Pd in Sicilia. Non ho ben capito se è un partito siciliano dove confluisce un pezzo del Pd che ritiene di costruire intorno alla Sicilia e alle sue esigenze un partito nuovo; se è l’ipotesi di federalismo di cui si parla nello statuto del partito o se c’é in prospettiva l’ipotesi di governo in Sicilia. Vorrei capire un po’ meglio. Lasciamo diradare i fumi e poi vedremo”.
Fonte Ansa
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24 Giugno 2010, 19:20