06 Marzo 2017, 17:01
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Ho letto un paio di dichiarazioni di esponenti del PD (ieri Carmelo Miceli e qualche giorno fa Tonino Russo) che per giustificare il loro intendimento di schierarsi con Orlando, tirano in ballo me come preoccupante alternativa.
Miceli paventa il ritorno del centro destra di Miccichè e Cammarata e Russo addirittura si spinge a dire di avere il timore che io possa diventare vice Sindaco.
Devo dire che entrambi mi fanno molto ridere. Mi fanno proprio tenerezza. Devono essere messi proprio male se per giustificare le loro incoerenze e tutte le loro sofferenze (con Orlando sono in piena sindrome di Stoccolma da parecchi anni) vanno a scomodare ipotesi impossibili.
Sig. Russo, chi ha fatto il Sindaco difficilmente può pensare di andare a fare il vice Sindaco a meno che non faccia di professione il ‘politico’. Non è il mio caso, io un lavoro lo avevo ed a quello sono tornato già da qualche anno. Conto nei prossimi anni di continuare ad occuparmi di quello che faccio al momento e di rimanere quindi felicemente lontano dalla politica.
Dal centro destra di Cammarata e Miccichè siamo lontani anni luce. Quelli erano i tempi in cui si sono realizzate due grandi opere che hanno portato mille litri di acqua al secondo in più a Palermo, dopo avere trovato i silos in gran parte della città per consentire ai cittadini l’approvvigionamento (rischio di nuovo incombente), del Kals’Art, della GAM, dei giardini della Zisa, del progetto di sistemazione e di arredo urbano del prato del Foro Italico vincitore della medaglia d’oro alla Triennale di Milano, delle grandi infrastrutture del trasporto pubblico di massa senza il caos che la città sta vivendo, dei conti in ordine al Comune di Palermo (si, proprio così dei conti in ordine del Comune, parlo dei miei naturalmente, perché per quelli di Orlando può fare riferimento alla delibera della Corte dei Conti n.5 del 2017) e potrei continuare.
Su questi argomenti ognuno naturalmente la può pensare come vuole e preferire l’idea di città che stiamo vivendo ma sulle questioni politiche visto che lei mi tira dentro un dibattito del quale avrei fatto volentieri a meno, qualche considerazione la farò.
Ferrandelli non è proprio quello che si può definire un mio amico ma al contrario di tanti suoi “amici” o meglio di quelli che lo sono stati, io non sono un ipocrita e con onestà intellettuale riconosco a Ferrandelli ciò che le invidie e la cecità del suo partito hanno negato.
Ferrandelli ha avuto coraggio e ha rinunziato ad un comodo posto all’assemblea regionale per portare avanti il suo progetto.
Nessuno ha avuto il coraggio di raccogliere la sua sfida nemmeno i grillini che nonostante i proclami sono comodamente seduti al loro posto insieme ai deputati del PD che addirittura governano con il povero Crocetta al quale un giorno si e un giorno no fanno piovere addosso offese e contumelie e accuse di incapacità.
Non riesco neppure a capire cosa rimproverate a Ferrandelli.
E’ un’operazione politica chiara che dovrebbe essere nota all’avvocato Miceli perché è perfettamente conforme a quella che ha consentito il nascere del Governo Letta, del Governo Renzi (il suo leader, anzi il leader del suo leader) e di quello attuale di Gentiloni.
Un esponente della sinistra che per governare ottiene l’appoggio di compagini del centro.
Che differenza c’è tra Angelino Alfano, Simona Vicari, Dore Misuraca da una parte e Miccichè e Schifani dall’altra (politicamente intendo)?
Romano è buono quando appoggia Renzi e diventa pessimo se appoggia Ferrandelli?
Avvocato Miceli, mi lasci in pace a godere della mia serenità. Si preoccupi delle vicende di casa sua. Le posso garantire che ne ha tutte le ragioni.
Avrà a che fare con un “pugile suonato, all’angolo, concentrato a schivare i ganci dell’avversario, nella speranza che suoni il gong o che qualcuno getti la spugna”.
Avrà a che fare con uno che in consiglio Comunale fa: “ Chiacchiere generiche e nessun riferimento ai tanti e gravi problemi della città” e che non riesce a dare “alcuna spiegazione sul fallimento delle Ztl ma lancia accuse e minacce ai giudici del Tar, nei cui confronti c’è stato anche il ‘ruggito del coniglio’ con quell’inquietante affermazione: ‘sul loro conto ci stiamo informando’.
Avrà a che fare con uno che in consiglio Comunale non fa: “Alcun riferimento sullo stato delle partecipate e sulle ragioni dei perenni disservizi ma accuse indecorose nei confronti dei cittadini, appellati come incivili oltre a non fare alcun riferimento ai tanti cantieri fermi che stanno paralizzando la città e uccidendo migliaia di esercizi commerciali”.
Avrà a che fare con uno che ha fatto “l’ennesimo patologico e sgangherato tentativo di mettere in scena il revival della “Primavera”, sostenendo a Radio Radicale che “Il Pd ha perso il consenso e chi si allea con loro perde il consenso”.
Avrà a che fare nonostante l’avveduta segnalazione inviata anche “ad alcuni inguaribili nostalgici del PD che avvicinandoci alle amministrative si sarebbe assistito ad una sceneggiata che a Palermo va in onda da più di 30 anni” con il protagonista di questa sceneggiata, Leoluca Orlando, che in preda ad un personalismo senza eguali, si erge a paladino dei cittadini e dei movimenti civici, punta il dito contro generalizzati ed imprecisati sistemi affaristico-politico-mafiosi, richiama alle armi il mondo universitario e della borghesia cittadina e, infine, lancia la sfida al sistema politico e partitico tacciandolo di vecchio e perdente.
Avrà a che fare con “Uno schema già visto, trito e ritrito, per certi versi politicamente patetico e che questa volta non produrrà gli effetti sperati dal primo cittadino. Innanzitutto, perché, a differenza delle puntate precedenti, chi ha mal governato la città relegandola agli ultimi posti di tutte le classifiche è Orlando stesso, non altri. Altro che tiepida e feconda primavera, se c’è una stagione che i cittadini accostano al modo in cui la città è stata amministrata nell’ultimo quinquennio non può che essere un triste e grigio autunno. Palermo e i suoi cittadini, stavolta, non sono disponibili a farsi incantare da chi, sulla scena da sempre, ha prodotto solo buone intenzioni e raccolto macerie, e persevera nello spacciarsi per nuovo. Il “cavaliere senza macchia né peccato” Leoluca Orlando – con buona pace del maestro Sciascia – è stato pesato e misurato sul campo e i pessimi risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tra essere nuovo e recitare il nuovismo la differenza è tanta, troppa anche per un abile ma stanco e attempato attore come Orlando”.
Ma che le dico a fare queste cose? Tutto ciò è a lei assolutamente noto Avvocato Miceli.
Tutto il virgolettato è fedelmente riportato e sono tutte parole sue (AdnKronos 22 aprile 2016, Rosalio agosto 2016).
Io non ho aggiunto una virgola. Come lei avrà notato, in questi anni non ho partecipato al dibattito politico né ho detto alcunché sul mio ‘amico’ Leoluca ( non sarei riuscito ad essere così netto, chiaro e tranciante nel giudizio).
Però, capisco che adesso è cambiato qualcosa. Orlando vi ha riconosciuto come interlocutori necessari anzi invita a fare squadra e penso si rivolga anche a voi.
Pensi, è la prima volta che accade e non c’è alcun motivo per non credergli.
Solo però che non vi vuole o almeno forse vi vuole, però non vi dovete fare vedere.
Vi vuole sotto traccia, non vuole commistioni imbarazzanti. Sono certo però che se insistete alla fine vi troverà un posto a tavola.
Per voi e per la vostra classe dirigente sarà certamente prestigioso nonostante lei, Avvocato Miceli, abbia dichiarato:
“Immaginare di chiudere un accordo di centrosinistra nella quinta città d’Italia, capoluogo di Sicilia, senza simbolo sarebbe troppo” e nonostante del simbolo dispongono i dirigenti nazionali, non il provinciale – scrive Miceli -ma della mia identità e dignità politica dispongo io” (liveSicilia 16 gennaio 2017).
Buon lavoro e buon “ritorno al futuro”.
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06 Marzo 2017, 17:01