07 Ottobre 2011, 16:11
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Non è successo niente. Niente riguardo al Pta di Giarre. Niente in occasione della censura a Massimo Russo. Niente nelle cliniche private, o nella commissione Ambiente all’Ars dove è passata quella che in molti considerano una sanatoria impresentabile.
Raffaele Lombardo “asfalta” i problemi. Li supera con “è una sciocchezza” di qua e un “tutto si sgonfierà” di là.
Tutto si sgonfierà. È l’idea del governatore sulle indagini riguardanti le forniture al Pta di Giarre che coinvolgono Melchiorre Fidelbo, marito del senatore Pd Anna Finocchiaro:
“Conosco la vicenda, la mia ipotesi è che si farà piena chiarezza. L’accusa – dice Lombardo – ha riscontrato elementi per avviare un’azione giudiziaria, ma aspettiamo cosa deciderà il giudice terzo”.
E dalla senatrice al partito il passo è breve. “Seguiamo il dibattito nel Pd e seguiremo anche le consultazioni con l’interesse che può meritare. Ma abbiamo un governo che va avanti tranquillamente. Quando ci saranno le condizioni per cambiare poco o molto lo faremo”. Insomma, il governo politico può attendere. Intanto, non è successo niente. Così come nel caso delle indagini che hanno coinvolto la clinica Latteri di Palermo sul trattamento di alcuni malati di cancro a cui non sarebbe stato fornito il farmaco per problemi di rimborsi in convenzione: “Aspettiamo – ha dichiarato Lombardo – la relazione degli ispettori, se ci saranno dei rilievi adotteremo i necessari provvedimenti. Ma se la vicenda riguarda solo questo farmaco Tad, che in farmacia costa qualche euro e che le cliniche private comprano addirittura per metà prezzo, mi sembra tutta una sciocchezza”.
Schiocchezze. Non è successo niente. E giusto per restare nel campo della Sanità, niente è successo nemmeno in occasione della mozione di censura a Massimo Russo che “ha ottenuto 29 voti su 90 che non sono né la maggioranza e neppure sono vicini alla maggioranza che è fatta all’Ars da 46 deputati. I 29 che hanno votato a favore – ha invitato Lombardo – abbiano il coraggio di trasformare la censura nell’unico strumento che si ha per censurare concretamente l’azione del governo: si chiama mozione di sfiducia. L’Udc – ha aggiunto – ha ritenuto di dover restare per seguire il dibattito. Ma l’Udc non ha votato, è rimasta in aula”.
Già, ma il nodo politico più “stretto” oggi, non è quello dell’Udc, ma del Pd che si è già detto contrario alla legge “salva costa” proposta da due parlamentari del partito del governatore, Musotto e Ruggirello: “Ricordate le infamie, le diffamazioni di alcuni giornali e del Tg1 che facevano servizi sul mio governo pronto a istituire a Gela la decima provincia in Sicilia? Era tutto falso. Adesso c’é un ddl sul riordino delle coste presentato da un solo deputato (Paolo Ruggirello del Mpa), non è una legge”. Lombardo, per la verità, ha dimenticato Musotto che è anche il capogruppo del Mpa. Ma fa nulla. “Sono state dette tante cose – ha affermato Lombardo – ma parliamo di un ddl, quindi di un provvedimento di legge che deve essere valutato da 90 parlamentari e visto il tema così importante magari serviranno 2 anni. Non ho mai visto quel ddl, non l’ho mai considerato”.
Un modo come dire: nulla c’entra con l’ipotesi di “sanare” la casa di Ispica: “Se potessi quella casa la venderei… comunque vi rinnovo l’invito fatto in altre circostanze: venite a vederla”.
Ma quel ddl ha aperto, in commissione Ambiente vistose crepe della maggioranza. E, poche ore dopo, lo stesso è successo in commissione bilancio, dove è stato bocciato il Pitrè (il piano tecnologico della Regione da 200 milioni ): “Colpa dell’assessore Armao – ha ironizzato Lombardo – che non ha il dono dell’ubiquità. Se Armao, che ieri era alla conferenza delle Regioni fosse stato presente in commissione avrebbe spiegato di che si trattava – ha aggiunto – Siccome era a Roma non ha potuto chiarire. Sarebbe stato opportuno, però non lo si è ritenuto, di rinviare a oggi o a domani. Problemi con il presidente Savona? Macché. Non c’é nessun problema e penso che l’argomento sarà ripreso con un chiarimento, se si vuole anche scritto, da parte dell’assessore”.
Il governatore poi ha chiuso rinviando al mittente le accuse di “spese pazze” compiute dalla Regione. A cominciare da un prezioso forno da quasi duemila euro: “Questo famoso fornetto elettrico da 1.900 euro – ha detto il presidente – non so dove sia. A Roma dormo nel pied-à-terre realizzato all’ultimo piano del palazzo della Regione siciliana. Ho chiesto se c’era questo fornetto, mi hanno risposto che l’unico disponibile è un regalo. A questo punto faremo un’indagine”. Di cui si può già intuire l’esito: non è successo niente.
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07 Ottobre 2011, 16:11