02 Marzo 2016, 18:20
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PALERMO – Opposizioni critiche, maggioranza solo parzialmente soddisfatta. Le reazioni all’approvazione della legge finanziaria danno l’idea delle difficoltà degli inquilini di Sala d’Ercole per una manovra che si è dovuta confrontare con le vacche magrissime dei conti della Regione. Ma anche dalle opposizioni arriva qualche osservazione positiva, come per i 5 Stelle che rivendicano il pensionamento della tabella H e manifestano apprezzamento per la conduzione del presidente Giovanni Ardizzone che ha voluto evitare le sedute notturne.
“Per il quarto anno consecutivo il governo Crocetta sforna una finanziaria Arlecchino, con mille pezze, senza coerenza, senza strategia. Si continuano a rattoppare i buchi del precariato diffuso senza avere il coraggio di rimuoverne le cause. Anche quest’anno nessuna proposta di riforma per lo sviluppo, per le imprese, per l’autoimprenditorialità, per l’occupazione giovanile. Una sceneggiata che si ripete, in un clima di vergognosa subalternità verso Roma che Crocetta si sforza di smentire con argomenti davvero patetici. L’unica consolazione è che questa tragedia per il popolo siciliano dovrebbe concludersi tra venti mesi”. Così l’esponente dell’opposizione Nello Musumeci, a margine della approvazione dello strumento contabile da parte dell’Ars.
“Abbiamo approvato una manovra solida all’insegna della serietà e del rigore, che fa fare alla Sicilia un importante passo avanti nella messa in sicurezza dei conti”. L’ha detto Alice Anselmo, presidente del gruppo Pd all’Ars, intervenendo in aula a proposito dell’approvazione della legge regionale di stabilità. “Attraverso la finanziaria – aggiunge Anselmo – abbiamo approvato un pacchetto di norme che danno risposte a diverse comparti, dagli enti locali ai precari, dai forestali alle imprese, dall’agricoltura al turismo. Abbiamo garantito i precari e salvaguardato i comuni. Abbiamo archiviato la ‘tabella H, salvaguardando il mondo della cultura, i teatri ed il sociale”. “Bisogna tenere presente – prosegue il presidente del gruppo Pd – che la legge di stabilità svolge un ruolo differente rispetto al passato. Gran parte delle misure per lo sviluppo, infatti, sono oggi affidate all’utilizzo dei fondi extraregionali, statali e comunitari: Fsc, Pac, Fesr, Fes, Psr e fondi nazionali come Pin ricerca e Pon istruzione. In ogni caso già dal prossimo anno potremo trovare all’interno della manovra misure specifiche dedicate alla crescita”. “Con questa finanziaria abbiamo rafforzato un rapporto positivo fra Regione e Stato, e abbiamo creato le condizioni per poter pareggiare il disavanzo dal quale partivamo, di circa tre miliardi: con i conti sotto controllo, già dal prossimo anno potremo avviare una nuova fase di programmazione”. “In questo percorso – conclude Anselmo – il Partito democratico ha svolto un ruolo determinante: con la maggioranza ed il governo, in particolare con l’assessore Baccei, abbiamo lavorato ad una manovra ‘vera’, solida, che mette la Sicilia nelle condizioni di poter guardare avanti con fiducia”.
“Bene l’ok alla manovra, ma adesso bisogna liberare le risorse per lo Sviluppo e completare le riforme dall’acqua ai rifiuti, quella che riguarda i forestali e i Liberi consorzi e, dopo quanto avvenuto ieri in aula, fare le leggi di settore per i contributi ad enti e associazioni”. Lo dice il presidente della commissione Ambiente dell’Ars Mariella Maggio (Pd), dopo l’ok dell’aula alla Finanziaria regionale. “Nonostante sia stata abolita da anni la Tabella H, adesso il Governo dovrà nuovamente mettere mano alla partita dei contributi da destinare agli enti, che resta aperta – aggiunge – per la bocciatura dell’emendamento di riscrittura dell’articolo 23 della Finanziaria presentato dall’esecutivo, che prevedeva di destinare 12,9 milioni di euro agli assessorati e di utilizzare i bandi pubblici”. “Con la discussione in aula sembrava essere stata trovata la quadra – conclude – ma, come nel gioco dell’oca, l’approvazione, a scrutinio segreto, dell’emendamento dei Cinquestelle ci ha rispediti al punto di partenza: adesso la palla passa di nuovo al governo, che dovrà stabilire con quali criteri ripartire il plafond confluito nel Fondo unico. Chi l’ha votato, probabilmente, spera in una forzatura per spingere il Governo verso scelte senza criteri né priorità”.
“Ancora peggiore di quello che ci si aspettava”. Il M5S boccia senza attenuanti una finanziaria senza soldi, senza spina dorsale e senza la benché minima prospettiva di sviluppo, che raschia il fondo di tutti i barili possibili, solo allo scopo di mettere inutili pezze in un vestito ormai chiaramente da eliminare. “L’assalto al fondo sanità e a quello pensioni – dicono i deputati 5stelle – sono la fotografia di una Regione ormai alla bancarotta di cui il Pd e Crocetta dovranno dare conto ai siciliani”.
“Tra le infinite note negative, comunque, qualcosa di buono da sala d’Ercole, grazie al M5S, è arrivata”, scrivono i pentastellati in un comunicato, a cominciare dalla conduzione dei lavori. Per la prima vota, da anni a questa parte, infatti, non si è legiferato di notte, grazie al presidente Ardizzone, che ha raccolto la pressante richiesta che da inizio legislatura avanzano i deputati 5stelle.
“Speriamo – dicono i deputati del Movimento – che non sia un fuoco di paglia e che questa condotta diventi una costante”. “Siamo riusciti – dice il capogruppo Angela Foti – a sventare il più possibile i tentativi da parte dei partiti e del governo di elargire mance elettorali e a fare approvare norme di buonsenso di carattere generale a favore dei siciliani. Rimane l’amaro in bocca per quei colpi bassi che con accordi trasversali tra Pd e Ncd, si riveleranno un notevole danno economico, mi riferisco al mancato taglio agli stipendi dei manager. Apprezziamo la conduzione da parte della presidenza che per la prima volta é riuscita a mantenere quanto promesso. Cosa diversa per la commissione Bilancio che ha mantenuto lo stile deprecabile delle decisioni prese nella stanza accanto”.
“Forza Italia continua a ribadire la propria contrarietà alle scelte irresponsabili e devastanti del governo Crocetta. In Aula, nel corso dell’approvazione della Finanziaria, nell’intervento del vicecapogruppo Vincenzo Figuccia, abbiamo confermato le ragioni del nostro profondo disappunto nei confronti di un esecutivo che sa soltanto tirare a campare, non avendo risolto, bensì aggravato, i problemi che affliggono la Sicilia. Il nostro movimento si è impegnato a limitare il più possibile i danni, ottenendo alcuni risultati ragguardevoli: dal contrasto alla povertà, con 100 milioni di euro per i cantieri di lavoro, al sostegno al credito per le imprese, attraverso l’IRFIS, l’IRCAC e la CRIAS, alla tutela del diritto allo studio per le scuole paritarie primarie, fino al massimo sostegno possibile per gli enti locali. Purtroppo ci rendiamo conto che tutto questo non basta. La maggioranza a trazione PD e UDC, infatti, è sempre più lontana dai segmenti sociali e produttivi, non accorgendosi che la disoccupazione aumenta costantemente, che sono sempre più numerosi i giovani che lasciano l’Isola nella speranza di un futuro migliore altrove”, lo dichiara l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS.
Critici i sindacati. “Guardando quello che hanno combinato i politici siciliani con questa Finanziaria, definirla Legge di Stabilità appare provocatorio. Nessuna emergenza, infatti, è stata risolta e il futuro di lavoratori e precari resta in bilico. I conti della Regione quadreranno solo quando il Governo nazionale deciderà di stanziare 500 milioni mancanti. Forse”. Lo dice il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che spiega: “All’interno della manovra economica sono insufficienti le risorse per le ex Province. Chi pagherà i circa settemila dipendenti che non potranno usufruire della mobilità come nel resto d’Italia? Per i 24 mila precari degli Enti locali, invece, l’ennesima stentata proroga ma nessuna idea credibile di stabilizzazione. E per i Forestali, ancora una volta, l’auspicio di una riforma futura”. E il leader della Uil continua: “Azzerare il consiglio di amministrazione non è sufficiente per il rilancio di Riscossione Sicilia. Serve recuperare efficienza nei servizi e garantire i lavoratori. Adesso, dopo l’approvazione della manovra, Ars e Governo non devono tornare a dormire. Questo sindacato chiede alla politica di non limitarsi a tamponare le emergenze ma a costruire, senza più rinvii, soluzioni che diano una prospettiva di sviluppo non assistenziale”.
“L’approvazione della Legge di stabilità segna un passo avanti sul fronte dei trasferimenti ai Comuni. Grazie ad una costante azione di AnciSicilia ed alla decisiva mobilitazione di oltre 150 sindaci di giorno 25 febbraio si è riusciti ad imporre all’attenzione del Parlamento il tema della crisi di sistema degli Enti Locali siciliani stretti tra riduzione dei trasferimenti nazionali e regionali e i vincoli imposti dalla riforma dell’armonizzazione contabile”. Lo hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente Presidente e Segretario Generale di AnciSicilia, che aggiungono: “Rispetto al testo uscito dalla Commissione Bilancio, grazie alla sensibilità del Presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone e di numerosi deputati, si è fatto un importante passo avanti e sono stati individuati ulteriori 50 milioni per spese di investimento. Restano però pesanti incognite circa l’utilizzabilità dei 115 milioni di fondi Pac per il pagamento delle rate dei mutui contratti per investimenti”.
“È bene ricordare – continuato Orlando e Alvano – che le risorse destinate ai Comuni non sono assimilabili a quelle erogate agli Enti contemplati dalla ex “tabella H”. I comuni sono enti territoriali che erogano servizi essenziali ai cittadini. I trasferimenti regionali non possono essere pertanto in nessun caso considerati come “un regalo” nei confronti dei Sindaci, rappresentando uno strumento necessario per mantenere in equilibrio i bilanci e continuare ad erogare i servizi ai cittadini”. “Le incertezza sulla effettività delle risorse destinate agli Enti Locali unitamente alla crisi finanziaria delle ex province pesano come un macigno sulla possibilità di riorganizzare in maniere efficiente i servizi di area vasta. Per questo, come lo stesso Assessore all’Economia ha proposto, riteniamo – conclude Orlando – che non sia più procrastinabile un confronto con il Governo Nazionale al fine di evitare i rischi di un grave corto circuito istituzionale”.
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02 Marzo 2016, 18:20