27 Febbraio 2012, 18:08
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Il nome di Rita Borsellino è scandito, per la prima volta, quasi in conclusione dell’intervento di Pierluigi Bersani. E non sono mancati, in quel momento, applausi fragorosi. È l’unico passaggio in questa puntata siciliana del viaggio del segretario del Pd in cui si fa riferimento a uno dei candidati alle primarie del centrosinistra, in vista della corsa a sindaco di Palermo. Primarie avvelenate, in alcuni casi, da polemiche e accuse. Da presenze “inquinanti” e discussi finanziamenti. “Ma le primarie non sono mica una cena di gala”, precisa Bersani.
Il Teatro Zappalà è pieno. Fuori, pochi minuti prima dell’arrivo del segretario, la contestazione di un esiguo gruppo di studenti e aderenti ai centri sociali, che sostengono il Movimento”No Tav”. Bersani, appena arrivato, non sceglie la via idilliaca del “siamo tutti amici”. “No, le primarie non sono mica una cena di gala, ma nemmeno una resa dei conti. Dopo le primarie, c’è il giorno dopo”. Il giorno dopo è quello in cui “il centrosinistra unito, dovrà sostenere un sindaco che sarà di tutti. Che sarà sostenuto da tutti. Perché a Palermo si può e si deve vincere”.
E lo stesso concetto, pochi minuti prima, era stato espresso dal segretario regionale Giuseppe Lupo: “Alle primarie mi aspetto una grandissima partecipazione. Chiunque vincerà, sarà il candidato di tutti e sarà certamente in grado di battere la destra”. E l’ottimismo di Lupo era andato anche oltre: “Stiamo lavorando – ha detto – per vincere al primo turno. E sono certo che ci riusciremo”. Quindi l’orgoglio “di aver compiuto un’operazione politica importante: quella di riunire il centrosinistra attorno a un unico candidato”. Un breve passaggio anche sui rapporti col Terzo polo: “Lavoreremo per allargare sempre più la nostra coalizione, anche verso le forze moderate e autonomiste. Ma in questo caso, non c’erano le condizioni”.
Un concetto che assume il tono del rimpianto nelle parole del segretario provinciale del partito, Enzo Di Girolamo: “Ci sarebbe piaciuto – ha detto – che il Pd potesse estendere l’alleanza verso il centro, ma purtroppo non è stato possibile. Adesso, in vista delle primarie, ai candidati chiedo solo una cosa: sobrietà”.
Un invito probabilmente raccolto da due dei quattro “concorrenti” delle primarie presenti in prima fila. Rita Borsellino quasi scompare tra Pino Apprendi e Bernardo Mattarella. Qualche sedia più in là, Fabrizio Ferrandelli è vicino a Beppe Lumia che gli parla spesso e di tanto in tanto butta un occhio verso l’i-phone del giovane candidato. Mancano Davide Faraone e Antonella Monastra. Così, tra i due “rivali” del 4 marzo presenti in platea, ecco i big siciliani del partito: Antonello Cracolici, Lillo Speziale, Nino Papania. A quest’ultimo dal palco sono arrivati attestati di solidarietà per la recente intimidazione subita. Dall’altra parte della platea, c’è Carlo Vizzini, Sergio D’Antoni, Salvo Alotta. Il deputato nazionale Tonino Russo ha scelta la seconda fila, Mirello Crisafulli si muove tra la gente e il bar del teatro Zappalà. È lì quando Bersani, avviandosi verso la conclusione del suo intervento, non fa mancare il riferimento ai “veri avversari”, quelli “della destra che ha portato al dissesto questa città e che ha deciso di scappare”.
Quel centrodestra che proprio nelle stesse ore, stava provando a sciogliere i dubbi sulla possibilità di confluire sul candidato Massimo Costa o calare l’asso di Francesco Cascio. “Ma questa destra – affonda Bersani – oggi sembra volersi riciclare e addirittura ‘spacciarsi’ come la medicina per questa città, quando, invece, è stata solo una malattia”.
Parole dure, che “stridono” un po’ di fronte al sipario azzurro, che dà un tocco di “berlusconismo” alla convention democratica. “Ce ne siamo liberati. Ci siamo liberati di Berlusconi”, ricorda invece Bersani, che sorride: “Da quando non c’è più lui, i giornali sembrano tutti il Sole 24ore. Non c’è più spazio per feste e festini”. L’Italia è cambiata. E il cambiamento “può proseguire, ricevere nuovo impulso proprio dal Sud. Per questo, anche in vista di queste amministrative, abbiamo deciso che il Pd dovrà mettersi al servizio di una grande riscossa civile”.
E per far questo, serve un candidato in grado “non solo di ‘fare’ il sindaco, ma anche di ‘essere’ un sindaco. Una persona, insomma, – aggiunge Bersani – che sia in grado di dare un’anima a questa città”. E nella mente di Bersani, il nome è uno: “Non è un mistero che io, il nostro partito, abbiamo chiesto a Rita Borsellino di mettersi a disposizione per lanciare questa riscossa. Per vincere, tutti insieme”. Applausi. Prolungati e convinti. Mentre Antonello Cracolici e Beppe Lumia “coccolano” Fabrizio Ferrandelli. E con gli occhi sembrano dire: “Le primarie sono un’altra cosa”.
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27 Febbraio 2012, 18:08