11 Gennaio 2018, 12:54
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PALERMO – “Lo Stato non mi protegge più”. Il pentito Santino Di Matteo fa causa allo Stato presentando un ricorso al Tar contro l’esclusione dal programma di protezione. Santino è il padre di Giuseppe che aveva 13 anni quando fu rapito, il 23 novembre 1993. I boss provarono così a far ritrattare il padre. Dopo 779 di prigionia, l’11 gennaio di 21 anni fa, il ragazzo fu strangolato e sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca. Per l’omicidio sono stati condannati all’ergastolo decine di boss mafiosi. Il padre del bambino è stato invece condannato per detenzione di armi ed è stato espulso dal programma di protezione. Due anni fa la procura di Palermo aveva chiesto il reinserimento di Santino Di Matteo: ne è nata una battaglia legale, come riporta oggi l’edizione locale di Repubblica. “Mi accusano di essere tornato a delinquere. Sì, è vero – dice – nel 1996 sono tornato in Sicilia per cercare mio figlio. Vorrei sapere chi sarebbe rimasto a casa ad aspettare?”.
(ANSA).
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11 Gennaio 2018, 12:54