12 Giugno 2020, 18:33
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PALERMO – Un grosso pezzo di legno e dei forti rumori registrati dalla scatola nera. Si arricchisce di nuovi elementi l’inchiesta sulla tragedia del peschereccio “Nuova Iside”, affondato nella notte tra il 12 e il 13 maggio nelle acque tra San Vito Lo Capo e Ustica.
Il grosso pezzo di legno è l’unico reperto finora recuperato in mare. Adesso sarà inviato al cantiere dove è stato costruito il peschereccio partito da Terrasini con a bordo Matteo Lo Iacono, il figlio Vito e il cugino Giuseppe. Il corpo di Vito, 27 anni, e l’imbarcazione non sono stati ancora recuperati. Gli interrogativi sono due: è davvero una parte della Nuova Iside quella che è stata recuperata e se così fosse di quale parte si tratta?
Nel frattempo i tecnici, su ordine del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Vincenzo Amico, hanno disposto il sequestro della scatola nera della petroliera italiana Vulcanello che navigava nello stesso tratto di mare. Da una prima analisi dei periti non risultano delle registrazioni audio, ma dei rumori e delle indicazioni che farebbero ipotizzare a un rallentamento della velocità. Tutto normale come spesso accade o la petroliera e la Nuova Iside si sono avvicinate troppo provocando un ribaltamento? La Vulcanello è già stata ispezionata dai sommozzatori e non sono state trovate tracce di collisione, ma non è escluso che servirà un nuovo controllo.
Le indagini proseguono con le audizioni dell’equipaggio della petroliera e le ricerche del relitto in mare grazie a mezzi subacquei della Marina Militare. In quel tratto di mare si raggiungono i mille metri di profondità e quando un peschereccio colla a picco finisce per esplodere.
Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. La società armatrice Augustadue, del gruppo Mednav, ha confermato che la petroliera si trovava in zona, ma nessuno ha visto o sentito qualcosa di anomalo. L’azienda ha comunque avviato un’indagine. Sarà riesumata la salma di Giuseppe Lo Iacono, il marinaio morto nella tragedia del peschereccio Nuova Iside affondato al largo tra San Vito Lo Capo e Ustica. La moglie di Giuseppe Lo Iacono, assistita dall’avvocato Aldo Ruffino, ha chiesto che venga effettuata l’autopsia sul corpo del marito per chiarire le cause della morte.
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12 Giugno 2020, 18:33