11 Gennaio 2011, 14:09
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“Sono sorpreso ed amareggiato per l’ennesimo ingiustificato attacco alla mia persona sferrato alla vigilia della decisioni del Csm per la nomina del Procuratore della Repubblica di Catania e, forse, proprio per questa ragione”. Lo afferma il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro commentando un articolo su di lui del ‘Fatto quotidano’ dal titolo il ‘magistrato e quella foto con il boss”. “Ho già dato mandato ai miei legali di querelare l’autore dell’articolo, nei confronti del quale pende già, per fatti analoghi, procedimento penale davanti al Giudice monocratico di Roma, con udienza per la discussione prevista il prossimo 2 febbraio. E nella sede opportuna, sono certo – aggiunge – ancora una volta sarà affermato che la mia dignità ed il mio onore sono state ingiustamente lesi”.
“La foto pubblicata ritrae me presso un’abitazione, diversa dalla mia – dice il magistrato, ex aggiunto in corsa per diventare procuratore a Catania – in occasione della prima comunione del figlio del mio vicino di casa cui ero stato invitato insieme alla mia famiglia: non so dire chi fossero le persone ritratte insieme a me, invitati dal mio ospite, quindi una potrebbe anche essere il Rizzo di cui parla il giornalista, io continuo ad ignorarlo. Non sapevo allora ed ignoro ancor oggi quali fossero le sembianze del Rizzo che non mi è stato mai presentato da alcuno. Sfido chiunque a dimostrare il contrario con prove certe e non con mere suggestioni”.
“Quanto a Laudani Alfio, in relazione alla cui vicenda giudiziaria non ho mai avuto titolo per interloquire – aggiunge Gennaro – ha già reso ampie ed esaustive precisazioni il collega Ignazio Fonzo, procuratore Aggiunto ad Agrigento, e non vi è altro da aggiungere, trattandosi di collega che ha diretta conoscenza dei fatti essendosi occupato delle indagine insieme ad altri due sostituti. E’opportuno ribadire che l’intera vicenda riguardante l’acquisto della mia casa è stata valutata dal Gip di Messina che ha accolto la richiesta di archiviazione del Procuratore della Repubblica”. “Infine – conclude il magistrato – desidero aggiungere che da più di dieci anni sono soggetto a continue aggressioni sul medesimo argomento, provenienti sempre dalle medesime persone nonostante la vicenda sia stata adeguatamente chiarita in ogni sede”.
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11 Gennaio 2011, 14:09