Il popolo dei call center in piazza | “Chiediamo soluzioni definitive”

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27 Gennaio 2020, 18:06

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PALERMO – Un corteo per chiedere un incontro al prefetto e al contempo sollecitare ancora il governo nazionale a salvare il settore: questo martedì 28 gennaio segnerà il ritorno in piazza del popolo dei call center, in migliaia manifesteranno per uno sciopero che vedrà convergere a Palermo tutti i lavoratori siciliani del comparto. Il concentramento è previsto alle 9 in piazza Croci, da qui il corteo percorrerà via Libertà, via Ruggero Settimo e via Cavour fino alla sede della Prefettura, dove i manifestanti chiederanno un incontro al prefetto Antonella De Miro. Lo scioperò riguarderà l’intero turno di lavoro della giornata di domani e coinvolgerà tutte le sedi siciliane delle aziende di outsourcing aderenti al ‘Contratto collettivo nazionale del lavoro Tlc’.

La protesta è entrata nel vivo nei giorni scorsi, con un direttivo a Catania che ha coinvolto i segretari provinciali e regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc, una fiaccolata nel capoluogo dedicata alla vertenza Almaviva e diverse assemblee sindacali nei poli palermitani di Almaviva, Comdata, Exprivia, Abramo e Atlanet.

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Le proposte dei sindacati per rilanciare il settore, che in Sicilia conta circa 20 mila dipendenti, sono invariate ormai da mesi. “Sollecitiamo il governo a emendare il decreto Milleproroghe – si legge in una nota unitaria – e a intervenire in termini strutturali”. Secondo le sigle, per ridare ossigeno ai call center l’Italia deve attraversare alcune tappe imprescindibili: “regolamentazione del settore contro le delocalizzazioni selvagge, defiscalizzazione sui processi di reshoring e piani di sviluppo di filiera”, la costituzione di un “fondo di settore come strumento di intervento sulle politiche attive-passive dotato di risorse economiche utili alla riconversione professionale e formazione dei lavoratori della filiera”, l’uso di “ammortizzatori sociali ordinari” e “clausole sociali esigibili e con il vincolo della territorialità”, e poi ancora “tariffe minime orarie certe e trasparenti estese ai committenti privati, revisione dei livelli di servizio e superamento dei livelli di esclusiva gratuità, applicazione della contrattazione collettiva di settore o equivalente”.

Punti ben noti al governo, che in diversi incontri coi rappresentanti dei lavoratori si è detto intenzionato a tutelare il comparto; le contromisure però tardano ad arrivare e tra i dipendenti aleggiano sconforto e frustrazione, emersi durante la fiaccolata di martedì scorso per Almaviva contact Palermo. “Scendiamo domani in piazza con i lavoratori dei call center – fanno sapere il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo, il segretario generale della Cisl Palermo-Trapani Leonardo La Piana e il coordinatore territoriale Uil di Palermo Gianni Borrelli – per supportare le loro richieste per la regolamentazione del settore contro le delocalizzazioni selvagge e per sollecitare il governo nell’approvazione di emendamenti che garantiscano la crescita di questo comparto fondamentale delle telecomunicazioni. La crisi dei call center in outsourcing venga affrontata dalle istituzioni. Chiediamo una risposta definitiva, i lavoratori non possono più aspettare”.

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27 Gennaio 2020, 18:06

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