Il presidente del Tar Palermo:| “Cittadini senza risposte”

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13 Febbraio 2014, 11:49

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PALERMO – “Il bilancio di quest’anno racconta come stiamo svolgendo un’azione di supplenza del potere giudiziario e di altre istituzioni. Una supplenza che, di per sé, è una sconfitta per tutti quegli enti che non danno risposte ai cittadini che le trovano, invece, nelle pronunce dei giudici amministrativi”.

Il discorso del presidente del Tar Sicilia, Filoreto D’Agostino, apre l’anno giudiziario 2014. Nella sede di Palazzo Benso, a Palermo, il giudice che guida il Tribunale amministrativo regionale ha fatto il punto sullo stato dell’arte della giustizia amministrativa, snocciolando dati e considerazioni. “Ancora oggi, come in passato – ha detto D’Agostino – , alla nostra giurisdizione manca strutturalmente la possibilità di dare una risposta rapida ed esauriente a tutte le richieste di giustizia per la mancanza di un’organica e costruttiva attenzione da parte delle istituzioni politiche, pronte a emanare nuove leggi con sempre maggiori attribuzioni per il giudice amministrativo e a dotarci finanche del codice di procedura, ma più avare di Zio Paperone quando si tratta di fornire il nostro apparato di un adeguato organico di magistrati e di personale”.

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“Aggiungo – ha precisato il presidente del Tar Sicilia – che gli aumenti di personale previsti coerentemente all’entrata in vigore della legge 205 del 2000 si sono rivelati di pura sopravvivenza e fagocitati dall’accelerazione dei riti e da sempre più estese competenze. E’ poi intervenuto il codice del processo con un paradossale aumento zero di organico”. Il presidente, poi, si è soffermato a ricordare quali sono gli strumenti che sarebbero utili “alla riduzione del notevole arretrato: la procedura per la perenzione dei ricorsi ultradecennali, ora ultraquinquennali, le sentenze semplificate e i decreti definitori in rito”.

E ha spiegato: “Serviranno dodici anni per smaltire il lavoro arretrato”. Nel 2013, infatti, in Sicilia sono stati presentati 3.237 ricorsi al Tar: 740 in più rispetto al 2012, che si sono sommati ai 12.316 già pendenti. Del totale dei ricorsi, 4.169 si sono esauriti e 2.464 sono arrivati a sentenza (111 in più rispetto al 2012) ma l’arretrato ammonta attualmente a 11.384, con un’erosione di 932 affari rispetto all’anno precedente. E questo, ha sottolineato D’agostino, “nonostante il fatto che la giustizia amministrativa sia di certo la più ‘veloce’. Resta, comunque, la sensazione che in Italia, la giustizia, abbia ancora tempi troppo lunghi”.

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13 Febbraio 2014, 11:49

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