Cronaca

Il presunto “infermiere-killer”, al processo il giallo sulle “sostanze letali”

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25 Settembre 2024, 05:01

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CATANIA – Nuovo colpo di scena al processo, il pm è Alessandra Russo, a carico dell’infermiere Vincenzo Villani Conti, ritenuto dalla Procura di Catania l’assassino di due anziane, uccise con delle dosi killer di benzodiazepine. La Corte d’assise ha sentito nuovamente i periti che hanno esaminato il caso delle due morti e questa volta, ciò che emerge, è nettamente diverso da quanto era emerso nell’ultima udienza.

Se la scorsa volta, in sostanza, i periti avevano affermato che non v’era alcuna certezza sulla somministrazione delle dosi e sulla morte delle pazienti, quello che è emerso ieri è invece di segno diametralmente opposto.

Tecnicamente, in maniera astratta, i periti hanno sostenuto che queste sostanze, somministrate ad anziani fragili, potrebbero essere idonee a provocarne la morte. Le domande sono state poste proprio dalla Corte, che è presieduta dal giudice Sebastiano Mignemi.

Il rinvio

I giudici poi hanno rinviato tutto al prossimo 29 ottobre. Quel giorno la parola sarà data, salvo ulteriori colpi di scena, al pm per la sua requisitoria, poi alle parti civili. I periti, si ricorda, nella loro relazione hanno sostenuto che in un caso la morte sarebbe dovuta a uno scompenso cardiaco, nell’altro a una cachessia con disfunzione multiorganica.

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Le due morti sono avvenute in ospedale, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Sulla base delle risultanze delle analisi tossicologiche, hanno scritto i periti nella relazione, “nessuna conclusione può essere raggiunta su quale sia stata la quantità somministrata di Diazepam e Midazolam”. Adesso hanno invece precisato che potenzialmente, su dei soggetti fragili come le due anziane, queste sostanze potrebbero essere letali.

La difesa

L’infermiere è difeso dagli avvocati Salvatore Liotta e Francesco Calabrese. In aula sono presenti, oltre all’ospedale Cannizzaro, assistito dall’avvocato Eleonora Baratta, tutte le parti civili, i parenti delle vittime, assistite dagli avvocati Silvana Selmi, Cettina Mirabella e Simone Marchese. Presente anche l’associazione “Codici per i diritti del cittadino”, con il segretario regionale, avvocato Manfredi Zammataro.

Villani Conti, secondo l’accusa, avrebbe ucciso le due donne per una sorta di ritorsione contro l’ospedale. In quel periodo, agli psicologi, avrebbe detto di vivere “uno stato di preoccupante distacco emotivo maturato nei confronti dei pazienti a causa del comportamento vessatorio”, che percepiva da parte dei suoi superiori.

I testimoni

Vari suoi colleghi, va detto, lo hanno difeso, descrivendolo come “professionale, timoroso di sbagliare e per questo attento nel suo lavoro”, negando ogni apparente malessere o confidenza su disagi, o meno. In una scorsa udienza avevano deposto gli esperti sull’esame tossicologico.

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25 Settembre 2024, 05:01

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