Il prete "usava le offerte dei fedeli per le telefonate del sesso"

Il prete “usava le offerte dei fedeli per le telefonate del sesso”

I retroscena dell'inchiesta che hanno portato all'arresto del parroco originario della provincia di Palermo

PALERMO – Don Vincenzo Esposito potrebbe avere usato i soldi delle offerte dei fedeli per soddisfare i suoi desideri sessuali. È uno dei particolari dell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all’arresto di don Vincenzo Esposito, 63 anni, originario di Caltavuturo, in provincia di Palermo.

Il sacerdote, parroco di una chiesta in provincia di Perugia, è stato intercettato dai carabinieri della compagnia di Termini Imerese mentre effettuava delle videochiamate hard con quattro ragazzini di 16 e 17 anni. In cambio dava loro dei soldi, tramite ricariche telefoniche o Postpay. Ai domiciliari è finita anche la madre di uno dei ragazzini: secondo l’accusa sapeva cosa stava accadendo e avrebbe indotto il figlio a prostituirsi con il sacerdote.

Il 29 maggio 2021, annotano i carabinieri, “nonostante il minore non si senta bene e prospetti il bisogno di avere dei medicinali, il parroco dimostra noncuranza dello stato psico-fisico del minore, e lo induce ad effettuare ugualmente la videochiamata”.

“Anche a tuo cognato ieri glieli avrei voluti mandare ma non ho potuto non che non ho voluto – diceva i parroco – non ce li avevo e non ce li ho… se arriva qualche cosa magari vedo cosa posso fare ma sinceramente non ce l’ho..”.

L’espressione “se arriva qualche cosa”, cioè al di fuori dello stipendio ordinario percepito, lascerebbe intendere che per fronteggiare i continui esborsi di denaro per le prestazioni sessuali online, il parroco potesse prelevare anche i soldi delle offerte dei fedeli.


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