Il primario, i favori, i viaggi di lusso |Lo scandalo della gara truccata

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26 Febbraio 2019, 06:00

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CATANIA – “A me mi deve pagare il viaggio, l’albergo, l’iscrizione, voglio tutto, e io poi gli dico l’albergo che voglio”. Quando le cimici registrano le telefonate di uno dei più importanti primari della Sicilia orientale, Giuseppe Morgia, urologo, in ballo c’è una gara da 55milioni di euro per le forniture di mezza isola. Si tratta di una delle celebri “gare di bacino”, tanto osannate dalla politica per il presunto “risparmio” che dovrebbero comportare per le casse della regionali.

LA GARA – A fare da capofila è il Policlinico Vittorio Emanuele, colosso sanitario nato dalla partnership tra università e Regione, un centro di eccellenza dove Morgia, finito ieri ai domiciliari, era il padrone assoluto, in grado – secondo quanto hanno documentato i finanzieri – di cucire “su misura” e al di sopra di qualunque controllo, una gara d’appalto a chi doveva vincerla. In cambio, secondo quanto emerge dalla maxi indagine coordinata dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, riceveva viaggi di lusso con importi oscillanti tra 6 e 18mila euro accreditati nell’agenzia Grada Viaggi, gestita da Anna Salamone e Giovanna Cappello, indagati con l’accusa di concorso in riciclaggio: avrebbero emesso fatture di favore per occultare la tangente destinata al primario.

PRIMA DELLA GARA – Le cimici della Finanza registrano la conversazione tra Massimiliano Tirri, finito agli arresti domiciliari, agente e responsabile commerciale della C. Bua Srl, azienda palermitana che distribuisce all’ingrosso articoli medicali, favorita dal primario, e un dipendente della stessa azienda; insieme parlano della richiesta del professore di separare tutti i lotti: “Diciamoci la verità -dice il dipendente della società – quella è una gara che è a listino non è una gara…quella è una gara a listino…non è una gara come una volta che si depositavano i listini gli davi i listini e fine…e loro compravano quello che volevano in base alla qualità!”

Il 10 ottobre del 2018 un collaboratore della Karl Storz Italia Srl chiama Massimiliano Tirri, che chiede se sia possibile fare un “fotomontaggio” dei prodotti che dovevano andare in gare, ma senza alcuna certificazione. “Ti ho appena mandato – dice il collaboratore della Storz – la pagina del catalogo che ancora non esiste, è solo un’anteprima, dove ci sono le immagini ed i codici del videocistoscopio…”. Tirri chiede se sia possibile inserirlo in “gara”, ma emerge il problema che si tratta di “una specie di anteprima”. “Caso mai – aggiunge Tirri – faccio un fotomontaggio, ed i certificati ce li avete?”. “Non c’è una mazza”, risponde l’indagato della Karl Storz. Insiste Tirri: “Allora aspetta, i certificati… come faccio io il CND ci posso mettere quello del Pusen, tanto saranno tutti gli stessi, saranno tutti gli stessi ed il marchio CE ?”. Candidamente, il collaboratore della Storz ammette di non avere il “marchio CE”.

LA “PARTNERSHIP” – Il 4 dicembre del 2018 la guardia di finanza registra qualcosa di inaspettato, il dialogo tra il primario Morgia e un informatore farmaceutico. “La differenza – dice il primario – la fa soprattutto il rapporto che l’azienda vuole impostare, quindiii la voglia di fare una partnership …”. L’informatore mi mostra disponibile: “Noi comunque, di solito, siamo disponibili alla collaborazione!”. Il primario a questo punto lo invita a “parlarne in azienda”, ma l’informatore dimostra di non essere uno sprovveduto: “Non c’è problema – risponde – guardi, non sto nascendo ora”.

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LA COMMISSIONE DI GARA – L’otto gennaio del 2019 è al lavoro la commissione tecnica di gara, ma il primario rivendica di essere il vero regista e lo fa proprio con un componente della commissione, Tommaso Castelli. “Vorrebbero chiudere la gara – dice Morgia – prima che tu vai via, perché sennò devono rinominare la commissione e si perde altro tempo… allora, siete tu, gli eletti, tu, Nicolosi… e Curto, allora io, ovviamente siccome la gara l’ho fatta io, mi sono fatto il…tanto, la dirigo io, per cui io farò una telefonata a tutte queste persone… perché se il coordinatore eri tu, a quest’ora per me era molto più semplice, tu facevi una mail, li convocavi, comunque, li convocheremo qua da noi, in un giorno adesso …”. Il primario, l’11 gennaio 2019, parlando con Massimiliano Tirri e Antonino Di Marco, della C. Bua Srl, ribadisce di aver fatto nominare “tutti i membri della gara”, “li ho concordati – dice – volete le mail? Tutto diretto da me!”.

Lo stesso giorno, poco dopo, Morgia spiega al collaboratore che qualcuno gli avrebbe pagato “il viaggio, l’albergo…”. Il collaboratore osa chiedere se Morgia avesse un “pacchetto”. Lui risponde così: “L’albergo e l’iscrizione…Voglio tutto, e io poi gli dico l’albergo e che voglio, quindi non è che lo prendono loro, cioè lo scegliamo noi …”. Morgia ribadisce che avrebbe preso tutto “senza fare sconti”.

PRODOTTI “CONFORMI” – Il 21 gennaio si pone il problema della conformità di alcuni prodotti, che non corrispondevano a quanto previsto nel capitolato. “Ci sono alcune cose – avverte Castelli – che non erano conformi rispetto al capitolato… comunque mi sono preso una copia di quello… in cui non abbiamo dato… la conformità… poi magari lo rivediamo insieme …bisognerebbe trovare un modo…”. Il primario non sembra preoccupato: “Me li puoi portare sta cosa?”. Castelli conferma, “perfetto!” conclude il primario.

IL CONGRESSO – Il giorno dopo la risoluzione dei problemi, il rappresentante dell’impresa che sarebbe stata favorita viene intercettato con un dipendente, annunciando che deve preparare i biglietti per un congresso internazionale di urologia: “… Dico, tu lo puoi chiamare? O non so se tu già lo sai, siccomeeee non so se lo sai dobbiamo iscriverli al Congresso di Barcellona di Urologia all’Europeo”.

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26 Febbraio 2019, 06:00

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