19 Marzo 2013, 13:18
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“Una decisione inaccettabile”, secondo Ance Palermo, che vede rinviare la possibilità di avviare celermente i cantieri e dare lavoro alle maestranze locali. E tutto ciò “solo per favorire i Comuni ritardatari, penalizzando quelli virtuosi e le imprese, che invece hanno rispettato la scadenza, dimostrando, peraltro, che era possibile organizzarsi per tempo”. I “Programmi integrati per il recupero e la riqualificazione delle città”, secondo le finalità del bando pubblico, dovevano servire a mettere sul mercato alloggi da affittare a canone sostenibile, innescando, al contempo interventi di riqualificazione urbana, con criteri di edilizia ecosostenibile e di efficientamento energetico.
Per queste finalità la Regione metteva a disposizione un contributo di poco più di 17 milioni di euro, che si sarebbero triplicati per effetto del contributo finanziario dei privati, che dovevano essere selezionati dai Comuni quali partner dell’iniziativa. Le motivazioni della proroga – come indicato nella Gurs dello scorso 15 marzo – sono da ricercare nel fatto che numerose amministrazioni comunali incontrano “forti difficoltà a rispettare i termini previsti dal bando in considerazione della complessità delle procedure e della necessaria tempistica connessa alle operazioni di selezione del soggetto privato” e che con la proroga potrebbe essere offerta un’opportunità “al settore edilizio in una forte crisi occupazionale, nonché di generale crisi economica”.
I Comuni per presentare le proposte avevano a disposizione quattro mesi e, in questo lasso di tempo, molte amministrazioni comunali, tra cui quella di Palermo, avevano immediatamente avviato le procedure, selezionato, con criteri di evidenza pubblica, il partner privato ed erano pronti a presentare le loro proposte nei termini fissati. Ance Palermo sottolinea che “senza questo rinvio non si sarebbero persi i finanziamenti, sarebbero invece state premiate le amministrazioni e le imprese solerti, che avevano le proposte già pronte” e che, in questo modo, in barba alla richiamata crisi occupazionale del settore edilizio, anziché avviare immediatamente i cantieri si rinvia la loro apertura di almeno quattro mesi.
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19 Marzo 2013, 13:18