Il Riesame: "Ecco perché la discarica di Siculiana non andava sequestrata" - Live Sicilia

Il Riesame: “Ecco perché la discarica di Siculiana non andava sequestrata”

"Non sono state valutate le ragioni della difesa".

AGRIGENTO – “Negli atti del gip manca una puntuale valutazione e confutazione degli elementi forniti dalla difesa e deve escludersi che il Pubblico Ministero abbia compiutamente valutato i documenti difensivi ritenendoli inidonei a scalfire l’impianto accusatorio”. I giudici del Tribunale del Riesame di Agrigento hanno depositato le motivazioni con cui lo scorso 8 settembre, accogliendo il ricorso degli avvocati Roberto Mangano, Vincenzo Maria Giacona, Riccardo Rotigliano, Antonella Paternò e Fabio Anile, hanno dissequestrato la discarica di Siculiana gestita dalla Catanzaro Costruzioni.

Nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Alessandra Russo, risultano indagati per le ipotesi di falso e reati ambientali l’ex presidente di Sicindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro e i suoi due fratelli, Lorenzo e Fabio. Il sequestro preventivo dell’impianto fu eseguito lo scorso 17 luglio, con provvedimento firmato dal gip Francesco Provenzano, a margine di un’inchiesta che ipotizza irregolarità tecnico-amministrative e le conseguenti ricadute delle stesse sul territorio, in termini di contaminazione del suolo e delle acque e di pregiudizio per l’ambiente e per la salute pubblica.

L’indagine, originata dalla raccolta e dall’ascolto delle plurime segnalazioni provenienti da privati, Enti e Istituzioni, pubbliche e private, ha visto nell’anno 2019 la esecuzione di una complessa attività di acquisizione documentale, svoltasi parallelamente al conferimento di un incarico di consulenza tecnica collegiale finalizzata al vaglio dello stato, materiale e giuridico dell’impianto, della conformità degli impianti e delle relative autorizzazioni e concessioni, alla normativa tecnica in materia e degli effetti che si fossero eventualmente determinati o che potessero determinarsi sull’ambiente. Sequestro che adesso viene annullato, con restituzione dell’intera area di contrada Materano agli aventi diritto, per carenza motivazionale. “E’ fuori dubbio che il giudice per le indagini preliminare – si legge nel provvedimento – aveva l’obbligo di apprezzare la documentazione prodotta dalla difesa nella disamina dei diversi profili di illegittimità al fine di verificare la tenuta dell’impianto accusatorio.”


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