03 Giugno 2015, 14:20
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PALERMO – L’attrazione fra il Palermo e i calciatori sudamericani, specialmente dall’avvento del presidente Maurizio Zamparini che rilvevò il club rosanero da Franco Sensi nel 2003, è sempre stata forte e nelle ultime 12 stagioni, col patron friulano al comando, ha prodotto alcuni dei più importanti crack del calcio moderno. Il giovane argentino Paulo Dybala ne è l’esempio più recente, con i rosa che lo prelevarono da semisconosciuto nel campionato di serie B argentino per poi lanciarlo nel calcio che conta nell’operazione con la Juventus. Qualche anno prima era stato il turno di un altro argentino, Javier Pastore passato al Psg, e di un uruguaiano, Edinson Cavani che andò a vestire la maglia del Napoli dopo essere esploso al ‘Barbera’.
Ma nella colonia di sudamericani che ha attraversato l’oceano per sbarcare in Sicilia il Palermo annovera anche tanti coloro i quali che, per molti, rappresentano l’essenza stessa del calcio: i brasiliani. Proprio in queste ore un giovane attaccante paulista, il 19enne Matheus Cassini, è infatti pronto a chiudere i propri bagagli di speranze e rinverdire quella tradizione tra i colori rosanero e quelli verdeoro. Il trequartista ormai ex Corinthians è dunque pronto a cogliere il testimone da chi come lui ha mosso i primi passi nel calcio carioca per poi cercare fortuna nel vecchio continente, nello specifico, con la maglia del Palermo.
I nomi che vengono immediatamente alla memoria sono quelli del centrocampista Fabio Simplicio e dell’attaccante Amauri, legati a doppio filo forse col momento più alto dei rosa nel massimo campionato italiano per aver sfiorato nella stagione 2006/2007 la qualificazione alla Champions League. Del mediano, quattro stagioni in rosa condite da 21 gol, si ricordano l’ottima visione di gioco e le lacrime legate al suo addio nell’anno in cui decise di giocare con la Roma. Stesse emozioni, simili per un certo verso a quelle provate nell’addio a Dybala due domenica fa contro la Fiorentina, per Amauri, che nelle due stagioni in rosanero segnò 23 reti instaurando con i supporters del ‘Barbera’ un legame particolare.
Nell’era Zamparini però non tutti i brasiliani hanno lasciato un segno nella storia del club. E’ il caso dei difensori Adriano, omonino del bomber dell’Inter che trovo poco spazio nel Palermo di Guidolin nel ritorno in serie A dopo 31 anni per poi essere ceduto all’Atalanta, Fabio Bilica, frutto del travaso di giocatori del Venezia di proprietà del presidente friulano ma ceduto dopo appena una stagione in serie B, e da ultimo Joao Pedro, attuale attaccante del Cagliari retrocesso in B e che nel 2010 il ds rosanero del tempo, Walter Sabatini, pescò nell’Atletico Mineiro. Anche l’attaccante classe ’92 e originario di Ipatinga non riuscì a lasciare il segno in rosanero, ad eccezione di una rete in Europa League e una tripletta su rigore che decise un derby col Catania nel campionato Primavera.
Nemmeno a dirlo sia Cassini che i tifosi del Palermo si augurano che la recente tradizione venga riscattata. Le premesse ci sono tutte, e con loro talento e colpi da campione in erba. L’unico giudice per quello che viene definito ‘nuovo Dybala’ sarà come sempre il tempo che nel caso della ‘Joya’ ormai volata a Torino ha richiesto un paio d’anni d’ambientamento nel nostro calcio prima di poter cogliere i frutti.
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03 Giugno 2015, 14:20