15 Settembre 2015, 13:05
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PALERMO – Un’impresa messa a segno, con la vittoria ai danni della tennista più forte al mondo. Un’altra impresa sfiorata, con la prima finale in un torneo del Grand Slam che non ha portato a un lieto fine. Roberta Vinci può ora tornare al suo lavoro tradizionale, sui campi del Country Time Club di Palermo, la sua casa ormai da diversi anni e il luogo in cui ha preparato gli anni più belli della sua carriera, agli ordini di un coach palermitano, Francesco Cinà. E al suo sbarco a Palermo non sono mancati gli omaggi da parte dei suoi fans, ma soprattutto da parte delle istituzioni, con il sindaco Leoluca Orlando pronto ad accoglierla con un mazzo di fiori, come un’eroina vera e propria.
“Contro la Williams ero tranquilla – ha dichiarato la Vinci in collegamento con ‘Porta a porta’ – , prima e durante il match non ho mai pensato di vincere, nemmeno prima dell’ultimo game. Forse è stato questo il segreto per farmi stare tranquilla anche alla fine, dove ho tenuto il game a 0. La tenuta psicologica conta tanto in una partita, la testa fa tutto, comanda, i pensieri comandano, devi essere positivo in qualsiasi momento della partita, che può cambiare da un momento all’altro: un esempio è stato il match con Serena Williams, dove tutto si è capovolto. Bisogna essere lucidi e capire le situazioni. Prima del match della Williams il mio allenatore mi ha detto di cercare di stare calma, qualche settimana prima a Toronto avevo disputato una buona partita pur avendo perso, mi ha dato qualche consiglio tecnico. Dopo la partita la Williams mi ha fatto probabilmente i complimenti, anche se non ho capito bene, c’era troppo rumore”.
E del suo stile di gioco decisamente particolare, Roberta sembra andare particolarmente fiera: “É vero, sono una giocatrice unica, diversa dalle altre, ho uno stile di gioco diverso, uso il back, servizio e volée, cosa che nel tennis di oggi è difficile da vedere. Flavia è una tennista completa e molto forte, ha vinto uno Slam, la sua carriera è stata splendida. Giocare la finale di uno Slam contro Flavia, che conosco da quando avevo 9 anni, ritrovarsi a giocare una finale di uno Slam, in America, davanti a un sacco di persone. Chi l’avrebbe mai detto, non me lo ero nemmeno sognato. Dedico tutta la mia vita al tennis, tutta la giornata si basa sul tennis, allenamenti. Si ha poco tempo libero per quanto mi riguarda, si fanno tanti sacrifici, tante rinunce, che però vengono ripagate, prima o poi. Queste due settimane agli Us Open, per esempio, sono state splendide, mi ripagano dei sacrifici che ho fatto tutta la mia vita”.
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15 Settembre 2015, 13:05