Il ritorno di quelli del racket

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17 Novembre 2008, 19:16

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I segnali sono preoccupanti ed è ancora presto per dir se si tratti di fatti isolati o di una strategia complessiva. I segnali, comunque, giungono da quella che veniva definita la provincia “babba”. Un ordigno esplosivo, oggi, ha distrutto la vetrata di una concessionaria di auto “plurimarche” nel quartiere di Giammoro sulla Statale 113 a Pace del Mela, nel Messinese.

A dare l’allarme è stato il titolare Pietro Sciotto, 53 anni. Dalle riprese della telecamera esterna della società pare che a piazzare la bomba rudimentale, nell’angolo sinistro del salone, alle quattro in punto, sia stato un uomo incappucciato, vestito con jeans e maglietta. Il concessionario avrebbe riferito ai carabinieri di non aver ricevuto, minacce di alcun genere né richieste di denaro. Tutto avviene il giorno dopo i tre colpi di pistola esplosi a Messina contro l’auto di un imprenditore coraggio, Mariano Nicotra. Le reazioni non mancano. Il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, in occasione di un’altra intimidazione, esprime “piena solidarietà a Giuseppe Catanzaro, presidente degli industriali di Agrigento e vicepresidente di Confidustria Sicilia per l’ennesimo atto intimidatorio di cui è stato vittima”. Cioè, l’avere ricevuto una teca con una croce. Interviene anche Confindustria
Messina per ribadire “la necessità di adottare linee di comportamento costanti e comuni per contribuire in maniera concreta ad arginare il fenomeno e per sostenere l’opera fondamentale delle forze dell’ordine e della magistratura”.

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“Denunciare le richieste estorsive – dice il presidente di Confindustria Messina, Ivo Blandina – è un preciso dovere civile ed è lo strumento principe per combattere adeguatamente il fenomeno”. Ma, accanto alle parole, ci sono episodi che fanno riflettere. E accadono ormai quasi ogni giorno.

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17 Novembre 2008, 19:16

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