Il ritorno di Mastella per la Caronia: |”Io vecchio? E allora Orlando?”

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27 Aprile 2012, 15:10

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Mastella c’è. S’esprime ancora in politichese stretto, strabuzza gli occhi furbi come ai vecchi tempi e non ha perso il gusto della battuta. L’ex guardasigilli torna alla carica, con la sua Udeur, che qualche sprovveduto pensava fosse sparita spazzata via nei meandri della storia. E invece rieccola qua “dopo le inenarrabili vicende che ci hanno abbastanza umiliato”, dice Clemente il sannita, nel comitato elettorale di Marianna Caronia, la cui candidatura a sindaco è sostenuta dalla lista dall’Udeur.

Lontani i tempi in cui il partito del Campanile condizionava le dinamiche politiche nazionali, Mastella si presenta con un bagno di umiltà: “Il nostro partito qui assume i caratteri della testimonianza rispetto ad altre parti del Paese dove siamo presenti in maniera più robusta – dice ai giornalisti – e rappresenta la forma di superamento dell’umiliazione che qualcuno ha voluto darci”.

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E il mastellismo 3.0 riparte dalla politica d’un tempo: “Se i politici facessero politica si potrebbe smaltire l’invasione di campo di soggetti esterni. Di grilli parlanti ce ne sono stati sempre tanti nella storia politica italiana io però sono abituato a Pinocchio”, commenta con la simpatia dei vecchi tempi.

Ma i nostri giorni ricordano quelli della caduta della prima repubblica che vide avanzare le seconde linee democristiane, tra cui l’allora giovane deputato di Ceppaloni? “Non direi, perché allora la Dc aveva creato degli eredi, che vennero avanti. Oggi di eredi non ne vedo, all’orizzonte restano gli stessi personaggi. Pure Grillo non è nuovo: mi ricordo quando veniva a fare il comico alle feste della Dc, è in giro da una vita”. La pernacchia sannita al Grillo parlante è servita. Ma Mastella, sul tema ne ha anche per Orlando: “Dicono che io sono vecchio. Ma io mi ricordo quand’ero un giovane deputato democristiano a 28 anni e Orlando era già sindaco di Palermo”. E allora diffidare dal vecchio vestito da nuovo, ma anche “da una certa arroganza giovanilistica” (mentre invece quella del governo Monti la definisce “arroganza professorale”), ammonisce Mastella, che sposa la candidatura della Caronia, perché “l’equilibrio e la saggezza di una donna potrebbero rappresentare l’unico elemento di governance per la città, anche perché “non mi pare che ci siano candidati che abbiano vette macroscopiche, Marianna può essere la sorpresa”. Segue un monologo con lessico da convergenze parallele nel quale il cronista si perde, afferrando stralci sublimi del tipo “dobbiamo dare apporto calorico all’istituzione”, o il criptico “smaltire la possibilità e il diniego o il successo di una scelta in una sua direzione”, fino al misterioso auspicio “spero che torneremo ai tempi in cui avevamo una scioltezza di propositi più rapida”. Applausi convinti del pugno di amici presenti e ringraziamenti della Caronia. La candidata si propone di portare avanti “la politica delle idee” da contrapporre alla “politica con la p minuscola” che “cerca i voti, non il consenso”. Questa città, dice, “ha bisogno di cure, delle cure di una madre. E da donna e da madre mi voglio dedicare a lei”. La deputata regionale sfodera la consueta grinta e si sofferma con grande passione sul corso di formazione politica allestito per i candidati della sua lista, a cui degli esperti stanno spiegando il funzionamento del consiglio comunale, il bilancio, le norme giuridiche che regolano l’attività del Comune. “È questa la politica che vogliamo, tanta gente che si candida non ha idea di come funzioni la macchina”. Mastella annuisce e chiosa prescrivendo alla Caronia la lettura di un passo di Giacomo “Capitolo secondo, versetto dodici – annota –: agite come sottoposti sempre alla legge della libertà”.

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27 Aprile 2012, 15:10

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