Il sasso in bocca

di

29 Luglio 2010, 22:20

1 min di lettura

(R.P.) Fabio Granata cattivo, Marcello Dell’Utri buono. E giudicate voi. Il primo ha vagheggiato una sorta di caustica incertezza sulla specchiata qualità antimafiosa dei suoi compagni di viaggio. Il secondo ne è sempre certissimo: Vittorio Mangano è un eroe. E stiamo alle parole, perchè tra i fatti ci sarebbero pure un paio di condanne ai danni di Marcello.
Le parole, dunque. La richiesta di verità in modo forse irrituale, ma sacrosanta e legittima. Il perpetuarsi di una bugia incivile, al cospetto di un Paese che ha pagato un tributo di sangue con veri eroi.
E in questo Paese, se i tempi fossero normali, i ceppi metaforici dei probiviri, la gogna dell’ufficio di presidenza,  spetterebbero a Marcello Dell’Utri, non a Fabio Granata. Perché c’è più disonore nell’equazione tra l’eroismo e lo stalliere di Arcore che in tutto il resto. Invece no, Dell’Utri è coccolato, Granata è reietto. Mica c’entrano la ragione o il torto, è una mera questione di appartenenza, lo sappiamo. Tuttavia ricordiamo – come ci è già capitato di fare – che in società esiste già un’organizzazione che privilegia l’appartenenza rispetto alla correttezza e alla moralità. Si chiama mafia.
Certo, il Pdl non è una congrega di mafiosi. Ma il deferimento di Fabio Granata sinistramente somiglia a un sasso in bocca.

Articoli Correlati

Pubblicato il

29 Luglio 2010, 22:20

Condividi sui social