02 Ottobre 2013, 16:51
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CATANIA. Era annoverato tra i 23 dissidenti del Pdl, pronti a votare la fiducia al Governo Letta. Pronti a sovvertire il diktat del leader. Alla fine, però, sulla loro posizione ha terminato col convergere anche lui: Silvio Berlusconi. Salvo Torrisi, senatore paternese, vicinissimo al segretario Alfano faceva parte del manipolo di uomini pronti a disobbedire al capo indiscusso del centrodestra in Parlamento: “E’ prevalsa la linea del risanamento. Tutto qui”.
Beh, “tutto qui”, insomma. Nel senso: non avete temuto una epurazione di massa del vostro leader?
“Nessun timore. Personalmente, dai primi di agosto ho già preso la mia posizione prima ancora delle decisioni sulle vicende giudiziarie di Berlusconi”.
Comunque sia, alla fine, l’avete spuntata: ve l’aspettavate?
“Avevamo sottoscritto un documento di sostegno al governo in cui eravamo in trenta senatori quando Berlusconi aveva già detto che doveva essere tolta la fiducia a Letta. Mi sembra che i numeri hanno parlato chiaro ed era inutile dare vita ad una prova di forza”.
Secondo lei, si tratta addirittura di una apertura democratica all’interno del Pdl targato Berlusconi?
“Io dico che nel Pdl c’è un segretario che è Alfano e la sua linea politica è prevalsa. La sua leadership si rafforza nel principio della responsabilità del Paese: si tratta del rilancio del programma con una grande attenzione per il risanamento economico e la crescita. Si tratta di un fatto positivo. Alla fine anche Berlusconi, messo in difficoltà, si è dovuto adeguare”.
Che succederà adesso all’interno del centrodestra?
“Non lo so. A me sembra che oggi Berlusconi abbia accettato la linea di Alfano. Ritengo che anche rispetto ai problemi di Berlusconi, quella linea di rottura gli avrebbe arrecato solo del male. La linea equilibrata è quella destinata ad essere utile per tutti. Soprattutto per il Paese. E per il Pdl, essere andati fuori dalla coalizione sarebbe stato un disastro”.
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02 Ottobre 2013, 16:51