11 Febbraio 2017, 06:22
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PALERMO – Non era stato ancora nominato amministratore giudiziario dei beni degli imprenditori Rappa, ma pensava già di mettere le mani sul sequestro della Valtur. Walter Virga progettava di estendere la sua influenza da Palermo a Trapani.
Nel capoluogo siciliano, così sostengono i pm di Caltanissetta, il giovane Virga, figlio di Tommaso, ex presidente di una sezione penale del Tribunale di Palermo e oggi trasferito a Roma, sarebbe entrato a fare parte del sistema che aveva al centro Silvana Saguto, ex presidente delle sezione palermitana delle Misure di prevenzione, oggi indagata e sospesa.
Fu lei a scegliere Virga jr per amministrare i beni di Rappa e i negozi con il marchio Bagagli. Una nomina viziata da un atto che contiene la firma “falsa” di Saguto. C’è una telefonata agli atti dell’inchiesta di Caltanissetta. Dialoghi al grido “fottiamoci i soldi” tra chi, stando alle accuse della magistratura, avrebbe utilizzato la legge per il proprio tornaconto personale. Uno spaccato testimoniato da intercettazioni rimaste, fino ad oggi, inedite, che il nuovo numero del mensile “S”, presente in tutte le edicole, pubblica integralmente e di cui pubblichiamo una anticipazione.
L’INDAGINE. Il 24 giugno 2015 le cimici intercettarono la conversazione tra Alessio Cordova e Walter Virga che condividevano il lavoro nello studio legale Pro.de.a. Si tratta dello stesso studio dove Saguto avrebbe chiesto di piazzare anche Mariangela Pantò, allora fidanzata del figlio del giudice, Francesco Caramma. Così esordiva Cordova: “Ma infatti dico, proprio nella peggiore proprio pessimistica ma anche in parte realistica abbiamo queste due (misure “Rappa” e “Bagagli”, ndr) che dureranno… cioè sicuramente Rappa durerà comunque almeno forse un anno da ora fino a giugno, e quindi teniamocela bene e facciamoci sii soldi e abbiamo un anno per programmarci a fare altro…”.
E proprio alle intercettazioni effettuate nei locali della Nuova Sport Car Spa, uno dei beni dei Rappa in amministrazione giudiziaria, che gli inquirenti ritengono di avere “accertato gravi indizi di condotte illecite soggettivamente qualificate”. Proprio Virga commentava con un conoscente “che i colleghi amministratori giudiziari – scrivono i giudici – quando avevano da fare la manciugghia loro la facevano, salvo poi pretendere di piazzare le persone nelle sue amministrazioni”.
Tornando alla conversazione con Cordova, Virga rincarava la dose: “Io ad aprile ero andato a Roma a fare determinate cose e minchia, non è riuscito questo, non è riuscito il cambio di strada su Rappa e roba simile eccetera… così come pure ti dico, siccome c’è in ballo Valtur, e questa non la dobbiamo perdere Valtur”. Cordova si informava se c’erano novità su Valtur e Virga lo tranquillizzava: “… sta andando avanti perché… perché lo so, non tanto da Giovanni… da Giovanni Giammarva ma da Nivarra che è molto amico di… e io ho fatto il punto della situazione con Nivarra, e bisogna cercare qua di capire l’atteggiamento che ha Grillo nei miei confronti dopo quello che è successo, perché finora è stato chiaro l’atteggiamento di Grillo, perché da quando sono passati…”.
Giovanni Giammarva, funzionario regionale e genero di Maria Falcone, ha ricevuto diversi incarichi di consulenza da quasi tutti i Tribunali siciliani. Ad un collegio di periti di cui Giammarva faceva parte il Tribunale di Trapani affidò lo screening del patrimonio di Carmelo Patti, ex patron del gruppo Valtur, Il cognome di Giammarva fa capolino nelle carte dell’inchiesta di Caltanissetta, solo ed esclusivamente – non c’è alcuna indagine a suo carico – poiché era membro del collegio sindacale della Nuova Sport car.
Indagato è invece Luca Nivarra, professore di Diritto civile all’Università di Palermo e avvocato, scelto da Virga come consulente per gestire le pratiche legali di cui altri professionisti si stavano già occupando. Una consulenza da 15 mila euro per sei mesi con il compito di coordinare, secondo l’accusa solo sulla carta, cause che riguardavano la Finmed e la Med Immobiliare, altre due aziende del gruppo Rappa.
Nell’ultima parte del dialogo intercettato con Cordova, Virga avrebbe fatto riferimento all'”orientamento” dei magistrati della sezione misure di prevenzione di Trapani, davanti a cui si svolgeva e si svolge il processo sul sequestro del gruppo Valtur. L’unica certezza è che il progetto di gestire i beni tolti a Carmelo Patti è rimasto un sogno nel cassetto del giovane Virga, visto che il Tribunale di Trapani non lo ha scelto come amministratore.
Ma le intercettazioni non finiscono qui, nel passaggio cruciale gli indagati spiegano come “fottersi 5 – 10 mila euro al mese” con il sequestro Rappa e altri. Per la prima volta viene fuori il meccanismo di apposizione delle firme false agli atti di sequestro di importanti patrimoni di big palermitani dell’imprenditoria. Firme false della Saguto con tanto di foto e perizia. Il servizio sul nuovo numero del mensile “S” in edicola e disponibile anche online in versione digitale (clicca qui).
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11 Febbraio 2017, 06:22