08 Aprile 2015, 16:11
2 min di lettura
CATANIA – Forestali sul piede di guerra. “Se il Governo Crocetta non dovesse rivedere la sua posizione sullo smantellamento del comparto forestale, il mese di aprile sarà caratterizzato dai blocchi stradali in tutta la Sicilia”. Lo annuncia il segretario generale del Sifus, Maurizio Grosso. Il testo della legge ancora non c’è, ma l’orientamento generale dell’esecutivo regionale lascia l’amaro in bocca a lavoratori e sindacati: in primis per gli accompagnamenti alla pensione e tagli alle risorse paventati nei giorni scorsi. “Non c’è il riconoscimento dell’importanza del comparto forestale”, spiega Grosso che ci tiene a precisare i numeri esatti per smentire la vulgata che vuole i lavoratori del settore “un esercito enorme e parassita”.
Un terzo dei 24000 forestali siciliani ha un contratto a tempo indeterminato, la restante parte possiede contratti a termine, anzi a giornate. C’è chi lavora 78, 101 o 158 giornate l’anno. Gli stagionali, tra le altre cose, lavorano spesso in periodi non consoni. “La Ragione si muove senza una programmazione, nel senso che gli interventi non sono mai eseguiti secondo il ciclo biologico delle piante, ma sulla base della disponibilità di cassa” spiega Grosso.
“Nell’impostazione del ddl del Governo Crocetta emerge il recepimento dell’attacco leghista e del Governo Renzi relativo all’abbattimento del numero dei forestali (oltre 3 mila si vorrebbero accompagnati alla pensione al raggiungimento dei 63 anni)” continua il sindacalista. A conti fatti, il numero dei laboratori del comparto non è per niente in esubero. “Se utilizzati attraverso una gestione che prevede la programmazione, gli operatori attualmente in campo sono appena sufficienti a difendere il patrimonio boschivo regionale” argomenta il sindacalista. Un’altra fonte di risparmio individuata dall’esecutivo riguarda “il rimborso chilometrico” per gli operai forestali che per lavoro si spingono fino a 30 km dalla sede (l’idea è di abbassare la soglia a 10).
Un’altra proposta che fa storcere il naso ai forestali riguarda il taglio del 20% degli addetti all’antincendio che dovrebbero passare alla manutenzione. “Non fare lavorare gli operatori antincendio la notte è come se avessimo un pronto soccorso dove i medici la notte non sono disponibili” accusa Grosso. In attesa di capire come si evolverà la situazione legislativa, Grosso ricorda che il sindacato ha presentato una legge di iniziativa popolare. “Chiediamo al Governo Crocetta, per l’ennesima volta, di rivedere la sua posizione ed accogliere il ddl 104 sulla stabilizzazione che gli consentirebbe di reperire risorse economiche da altri canali di finanziamento e, non solo, garantire i livelli occupazionali esistenti, ma addirittura, stabilizzare definitivamente tutti i lavoratori del comparto in un ottica di produttività e salvaguardia ambientale e turistica”. Se esecutivo e Parlamento non troveranno una quadra, i forestali metteranno in campo “lotte eclatanti”. Crocetta è avvisato: “Il comparto non gli consentirà di rapinargli l’ultima briciola di pane che gli è rimasta”.
Pubblicato il
08 Aprile 2015, 16:11