Cultura e Spettacolo

“Il successo di Makari? L’immagine moderna della Sicilia”

di

29 Marzo 2021, 12:46

6 min di lettura

PALERMO – Questa sera andrà in onda su Rai 1 la quarta e ultima puntata (della prima stagione) di Màkari; la nuova serie tv ambientata e girata in Sicilia, prodotta da Palomar e Rai fiction, e tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, che ha per protagonista Claudio Gioè insieme agli attori Domenico Centamore , ed Ester Pantano . La nuova fiction, subentrata a Montalbano e che sta tenendo incollati allo schermo ogni lunedì oltre 6 milioni di spettatori, ha fatto emergere un talento tutto nostrano: Domenico Centamore, 53 anni di Scordia, provincia di Catania, che interpreta Peppe Piccionello, amico e compagno di avventure dello scrittore-investigatore Saverio Lamanna, interpretato da Claudio Gioè; personaggio che sta conquistando tutti con la sua simpatia, genuinità e saggezza popolare.

“Sono diventato un mito qui a Scordia”, dice sorridendo in videochiamata Centamore, che ha già una carriera ventennale. L’esordio ne I Cento Passi (2000) dove incontra Gioè (per poi rincontrarlo 7 anni dopo ne Il capo dei capi ) poi tanti altri ruoli in film ( In guerra per amore , La matassa , Squadra Antimafia2 – Palermo oggi, Il Giovane Montalbano, La mafia uccide solo d’estate sia il film che la serie) e con registi importanti come Sorrentino ( Il divo ) Tornatore ( Baarìa ) Garrone ( Pinocchio ).

E adesso il primo ruolo da coprotagonista che gli sta dando una notevole popolarità : “E’ come se fosse la consacrazione di 20 anni di carriera” racconta soddisfatto – Ho lavorato con Sorrentino, con Garrone, con Marco Tullio Giordana, ho fatto tante belle cose devo dire ma questo è stato il personaggio che mi dà forse la consacrazione di un attore completo, non so come dire”. Un grande successo di critica e di pubblico così come lo sta avendo l’intera serie di Carlo Degli Esposti.

In Màkari impossibile non notare la grande sintonia con il collega – e amico da 20 anni- Claudio Gioè rincontrato per la terza volta sul set (i due attori si sono conosciuti nel 2000 durante la lavorazione del film I Cento passi e poi nel 2007 si sono ritrovati nella miniserie Il capo dei capi in cui Gioè faceva Totò Riina e Centamore Giovanni Brusca); e come racconta l’attore di Scordia il loro è un rapporto di amicizia piuttosto raro da trovare sul set: “E’ nata un’amicizia che è durata nel corso degli anni pur essendo molto diversi anche caratterialmente ma c’è una cosa che ci unisce e credo sia la nostra lealtà, il nostro modo di vivere e fare l’attore, che è uguale. In Màkari c’è un inno all’amicizia, abbiamo messo tutto l’amore che io ho nei suoi confronti e lui nei miei; lo mettiamo a disposizione dei due personaggi e secondo me questo viene fuori ed è anche un punto di forza della fiction. E’ da un bel po’ che non si vedeva in televisione una coppia al maschile come quella che formiamo io e Claudio così affiatata; non voglio dire Totò e Peppino perché sono dei paragoni esagerati ma è vero che siamo una coppia riuscitissima, ecco. Ma quello grazie anche alla nostra amicizia, diciamo che lavorare sul set con altri colleghi non è facile mentre con Claudio è tutto più semplice e a questo duo si è aggiunta Ester Pantano; siamo diventati un trio molto bello”.

Piccionello, personaggio, sempre in infradito, pantaloncini e magliettina che sta conquistando tutti. “Cosa mi accomuna e in cosa mi sento simile a lui? Intanto l’abbigliamento l’associo a una cosa bellissima di Piccionello, ovvero la sua libertà. Lui è una persona libera perché se ne frega di tutto e tutti; di Saverio, delle persone che lo guardano che lui si veste in quel modo e quando lui raggiunge questa libertà è una vittoria perché per noi siciliani essere liberi nella nostra terra è una vittoria e quindi nel suo vestiario vedo un lato poetico di Piccionello. E parlandone anche con Gaetano Savatteri mi ha detto che ho trovato una sfumatura di questo personaggio bellissima perché non è facile essere libero in Sicilia. E invece lui lo è, a Màkari ed è una bella vittoria. Mi sento simile a lui per la sua sicilianità e il suo altruismo. Dico sempre Domenico Centamore è diventato Piccionello e Piccionello è diventato Domenico Centamore . Amerò sempre questo personaggio”.

Articoli Correlati

“Perché Makari piace così tanto? Secondo me il modo nuovo di parlare della nostra terra. Se ne parla in maniera leggera e finalmente se ne parla al moderno, e già nei suoi romanzi Savatteri lo fa in modo meraviglioso. Quella che si vede in Màkari è una Sicilia vera, svincolata dai soliti stereotipi, dove i dialoghi sono in italiano, soltanto qualche volta inseriamo dei termini in siciliano. Non se ne poteva più della Sicilia inglobata nei soliti clichè. L’altro punto di forza della serie è che per la prima volta in una serie che parla di Sicilia i tre protagonisti sono tutti attori siciliani e quindi diamo ancora più forza e più animo ai personaggi. Inoltre lei, il personaggio di Suleima, non incarna la modella, bionda occhi azzurri, è una donna in gamba, bella ma normale ed è una novità per le storie siciliane. Ed è questa la forza di questa serie: la modernità, la restituzione dell’immagine della Sicilia di oggi. Perché la Sicilia di oggi è questa”.

Centamore poi ricorda un episodio divertente sul set: “Avevamo la Covid manager che controllava che venissero rispettate tutte le regole sul set. E con Claudio sembravamo a scuola, come quando hai la maestra pronta a bacchettarti. Però è stata molto importante perché alla fine siamo riusciti a portare a termine il lavoro”.

E ancora, sulle differenze tra la Sicilia orientale (Centamore è di Scordia) e quella occedentale: “Io dico sempre che ‘artisticamente’ mi sento palermitano. Ho fatto tante cose a Palermo, ho tanti amici a Palermo, amo Palermo, mi piace tantissimo si mangia da Dio… . L’arancino? Quello ce l’ho nel DNA e mi viene naturale, l’ho chiamato sempre arancino; ma come tutti i palermitani hanno nel DNA l’arancina, ma è un classico. Io comunque sono arrivato alla conclusione che l’arancina è quella tonda palermitana e l’arancino è quello a punta! L’unica differenza sta nella forma”.

Quindi l’amore per la punta estrema occidentale della Sicilia: “Allora San Vito Lo Capo e Scopello sì, ci andavo da ragazzo. Mazara, Marsala già meno, Mozia non la conoscevo, devo dire la verità mi è piaciuta tantissimo. Ma io dico sempre che la Sicilia è per il cinema italiano Hollywood. Puoi girare qualsiasi genere di film. Abbiamo tutto. Speriamo si riesca a capire che dev’essere sfruttata di più per il cinema”.

Poi il futuro: “Io ho risposto che mi sento un attore caratterista. L’attore a cui mi ispiro io è Tano Cimarosa; E’ un ritorno che secondo me al cinema ci vuole, si era perduta la figura degli attori caratteristi, che non sono meno degli attori protagonisti. Scola e Monicelli li usavano moltissimo ad esempio. Piccionello nella seconda stagione? Ancora di ufficiale non c’è niente però sembra che ci dovrebbe essere la seconda visti i risultati; il pubblico ci ha premiato ma ripeto la conferma ufficiale ancora non c’è stata. Io ovviamente lo spero perché possiamo fare ancora tanto con Claudio ma tanto davvero”.

Pubblicato il

29 Marzo 2021, 12:46

Condividi sui social