Cronaca

Il tentato omicidio di Ferragosto|Il boss dei “Milanesi” alla sbarra

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19 Settembre 2020, 19:50

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CATANIA – Una sera d’estate del 2008. Era il 16 agosto, in via Selvosa, a Catania. Eugenio Russo viaggiava sulla sua motocicletta quando, intorno alle 22, è stato raggiunto da un commando armato, che lo ha affiancato e ha fatto fuoco. Un colpo lo ha raggiunto alla testa. In pochi secondi la zona si è riempita di poliziotti, mentre un’ambulanza trasportava il ferito in ospedale. L’agguato fallisce, Eugenio Russo si salva.

Le rivelazioni di due pentiti

Le indagini sul tentato omicidio hanno avuto una svolta quando Michele Musumeci, detto Pamela, si è pentito. Il killer dei Cursoti Milanesi si è autoaccusato di quel fatto di sangue rimasto tra i tanti casi irrisolti nei cassetti degli investigatori. E fa anche il nome del suo boss, Francesco Di Stefano, Cicco Pasta ca sassa.

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Troppo poco però quelle rivelazioni per intraprendere un’azione penale. Ma qualche anno fa ha deciso di fare il salto del fosso un altro soldato del “Milanesi”, Ugo Rosario Angrì (‘saru a tigre) che ha confermato le dichiarazioni di ‘Pamela’. Aggiungendo alcuni particolari che hanno portato alla sbarra Di Stefano e Nicola Cristian Parisi.

Il boss alla sbarra

Il 24 settembre, davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Catania, si aprirà il processo a carico del boss dei Cursoti Milanesi e del suo sodale. Dodici anni dopo il tentato omicidio di via Selvosa si è arrivati al primo step giudiziario. Dietro quell’agguato, poi fallito, ci sarebbero futili motivi. Ragioni che portano alla memoria la sparatoria di Librino dello scorso agosto. Il fratello di Francesco, Carmelo Di Stefano è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio. Ma questa è una storia (di sangue) diversa.

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19 Settembre 2020, 19:50

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