24 Novembre 2018, 20:01
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PALERMO – “Né io né mio papà potevamo comprare il necessario per mangiare… quei quattro pezzi di mobilio che avevamo sono stati pignorati”: così scrive Carmelo Patti alla Corte di appello di Palermo. È il 1961 e pochi mesi dopo Patti viene dichiarato fallito. Un anno prima era già emigrato a Robbio, in provincia di Pavia, doveva cerca di sbarcare il lunario facendo il muratore. Nel 1962 fonda la Cablelettra. Dopo le prime commesse ottenute da Philco e Patelec che ne avevano apprezzato come semplice operai, arriva l’intuizione di avvicinarsi al settore automobilistico che in quegli anni conosce il boom. Da qui la fornitura di cablaggi per l’Alfa Romeo di Arese.
Negli anni ’80 un disastroso terremoto distrugge gli impianti della Comin Sud a Benevento che passa le commesse a Cablelettra. Patti ha un’intuizione: mantenere la produzione al Sud dove le aziende godono di particolare esenzioni fiscali. Nasce così a Castelvetrano la Cable Sud: Patti diventa uno dei fornitori principali della casa automobilistica torinese. Il rapporto diviene talmente forte che Fiat chiede alle aziende di Patti di rilevare le Unità produttive ausiliari di Pomigliano d’Arco. L’industriale partito da Castelvetrano aderisce al progetto e rileva 400 operai assunti nella neonata Selca.
Fiat, però, tira il freno a mano. Le commesse promesse per 125 milioni scendono a 100. Viene costituita la Cablelettra do Brasil per fornire i cablaggi della Marea. Il modello non ottiene il successo commerciale sperato e arrivano le prime grane. Patti decide di differenziare gli investimenti, rilevando la Sotim, che controlla il 70% dell’ex Valtur.
Nel frattempo iniziano le indagini. Gli contestano che dietro i suoi affari ci sia un sistema illecito di false fatturazioni per gonfiare bilanci e pagare meno Iva, ma arriva l’assoluzione. Ben presto, però, è la mafia che fa capolino nella vita del cavaliere. L’indagine viene però archiviata, restano i sospetti sui suoi presunti rapporti con i mafiosi e le dichiarazioni dei pentiti.
Al termine del lavoro della Direzione investigativa antimafia si arriva al provvedimento di sequestro e confisca di oggi. Ecco l’elenco dei beni che passano in amministrazione giudiziaria: Cablelettra spa (Vigevano), Cablacar srl (Robbio), Elettro Moduli di Buffolino Maria Lucia (San marco Evangelista), Co.Invest (Vigevano), Valtur, Mediterraneo Villages (MIlano), Costa Verde (Milano), Torre Pizzo Investimenti (Milano), Finanziaria Turistica (Pavia), Immobiliare Milano, Scv (Tunisia), Cable International (Lussemburgo), Ponti e Strutture Sardegna (Milano), Multicasa Uno, Valtur Resorts, Giraudi srl, Villaggio dei Atleti, Villaggio di Ostuni, Villaggio di Marilleva, Vedette Viaggi (tutte con sede a Milano), Fimec (Robbio), Logistic center (Robbio), Castelgandolfo spa (Milano) spa, Halding Turistica Italiana (Pavia), oltre ai resort di Pinta fanfalo, Isola Capo Rizzuto, Golg Castelgandoldo.
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