19 Dicembre 2012, 13:58
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CATANIA – Sul toto dimissioni, anche il consiglio comunale si sbilancia. Nonostante i segnali non siano poi tanti e sulla vicenda si rincorrano numerose voci, a volte contrastanti, i rappresentanti dell’assise cittadina disegnano i possibili scenari che potrebbero portare il primo cittadino a lasciare la poltrona di sindaco per Roma, candidandosi alle prossime politiche, all’interno della nuova formazione di La Russa.
Nuccio Condorelli, capogruppo del Pdl – che, ancora per il momento, rimane lo schieramento del sindaco – è chiaro. “Non ci sono segnali evidenti della volontà di Stancanelli di lasciare Catania – afferma a LivesiciliaCatania. Sicuramente, però,rinunciare alla poltrona di sindaco prima della scadenza naturale del mandato sarebbe una sua scelta personale. Ritengo inoltre – prosegue – che dopo le dichiarazioni che lo stesso Stancanelli aveva rilasciato sulla sua volontà di rinunciare a Roma per rimanere a Catania, dimettersi sarebbe come smentire se stesso”.
Ma non si ferma qui l’analisi del capogruppo Pdl a Palazzo degli Elefanti. Anche all’interno del partito che, nonostante tutto, ha sostenuto e ancora sostiene il primo cittadino e il suo attuale governo della città, le eventuali dimissioni non sarebbero certo prive di conseguenze. “A livello interno – continua Condorelli – bisogna innanzitutto capire a che schieramento Stancanelli intenda aderire. Se opterà per la nuova formazione immaginata da La Russa, ovvero Alleanza Nazionale rediviva, o se intenda, piuttosto, rimanere nel Pdl. In questo caso, è chiaro che rimarrebbe il candidato naturale come sindaco di Catania. In caso comntrario – conclude – il problema sarebbe trovare un “Santo” che decida di scommettersi sulla città, accollandosi la difficilissima situazione in cui versa attualmente”.
Più diretto e molto meno diplomatico, il capogruppo del Pd, Rosario D’Agata, per cui non solo i segnali delle dimissioni ci sarebbero tutti, ma sarebbero anche evidenti. “Ci sono voci insistenti – spiega D’Agata a LivesiciliaCatania – che lo collegano alla nuova formazione di Ignazio La Russa, anche se qualcuno lo vorrebbe vicino a Maurizio Gasparri, che a questa non ha aderito”. D’Agata quindi conferma, anche se basandosi sulle voci, che la scelta di Stancanelli potrebbe essere quella di lasciare Catania non appena sciolte le Camere, per potersi candidare alle politiche. Un’eventualità che, per l’esponente dell’opposizione a Palazzo degli Elefanti, sarebbe come ammettere il proprio fallimento politico.
“Se le voci fossero confermate, come io ritengo – prosegue – il sindaco dimostrerebbe in maniera inequivocabile l’atteggiamento politico che ha tenuto nei confronti della città e le eventuali dimissioni sarebbero l’ammissione del proprio fallimento e la volontà di scegliere la comoda via di fuga. E questo penso sia verosimile”. D’Agata ritiene, infatti, che Stancanelli avrebbe poche, pochissime, possibilità di essere rieletto primo cittadino di Catania. “Credo che lui stesso ne sia consapevole – dice – per questo potrebbe attuare il piano di andare a Roma per fare l’onorevole ma in modo, secondo me, poco onorevole”.
E le opere “rivoluzionerie” annunciate? D’Agata non ha dubbi: “Piano regolatore, Corso Martiri della Libertà e anche il Brt – afferma – ho quasi la certezza che rimarranno lettera morta. Non ci sono le condizioni per partire con nessuno degli annunciati progetti. Ad esempio, sul Piano regolatore manca ancora la valutazione di impatto strategico (Vas)”.
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19 Dicembre 2012, 13:58