04 Luglio 2012, 19:57
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E’ stato presentato ieri alla libreria Feltrinelli di Palermo il romanzo d’esordio di Roberto Andò, “Il trono vuoto” (Bompiani, pagg. 238, euro 17), appena premiato al Teatro greco di Taormina con il Premio Vittorini per la migliore opera prima. Andò, che ha alle spalle una lunga e fruttuosa carriera nell’ambito del teatro e del cinema, costellata da importanti collaborazioni e legami di amicizia con nomi influenti della letteratura e della cinematografia nazionale e internazionale, ha aggiunto un’ulteriore perla alla propria produzione artistica.
“Il trono vuoto”, che ha anche vinto il Premio Campiello 2012 per l’opera prima, è infatti un romanzo straordinario, scritto con stile raffinato e dalla struttura stratificata, che ne consente molteplici letture. E’, in primo luogo, un romanzo ironico, a tratti paradossale, ma di quella assurdità di cui è condita molto spesso la vita quotidiana. Per questo il lettore è coinvolto nella vicenda fin dalla prima pagina, e portato a gustarsi la vicenda dei due fratelli gemelli, Enrico ed Ernani, protagonisti della storia, fino alla fine. E’ una favola filosofica sulla politica, di cui si analizza la crisi, ma soprattutto le nuove maschere e le contaminazioni cui essa si è sottoposta per riuscire a sopravvivere. E’, infine, un ricco “parco giochi” della fantasia e della cultura, dove confluiscono suggestioni che l’autore riesce a somministrare sommesamente al lettore più vorace. Si respira il grande cinema e la grande letteratura, che Andò conosce intimamente, scorrendo le pagine del libro, a partire da Baudrillard, apertamente citato all’inizio del volume, a Pirandello, da Sciascia a Gide, senza dimenticare i grandi registi come Truffaut.
“E’ una pièce bien faite,” secondo la definizione che ne ha dato Piero Violante, che insieme a Eduardo Rebulla ha presentato il volume insieme all’autore, “dove tutti gli ingranaggi funzionano. C’è nel libro un tentativo di creare una sorta di canone letterario per aiutare la politica a ritrovare il proprio senso. Ma più che un racconto sul potere, è un racconto su alcune ossessioni filmiche. In un certo senso è la versione politicizzata di Jules et Jim”.
Eduardo Rebulla ha sottolineato il risultato stupefacente del libro, in un momento in cui l’industria editoriale sta accusanndo i colpi della crisi economica generale: “E’ il libro giusto nel momento giusto. Parla della crisi di un partito in un momento in cui i partiti sono in crisi. Ma uno dei motivi del successo è sicuramente la scelta di un tono da commedia come tono medio di tutta la narrazione”.
Questi elementi dibattuti durante la presentazione sono stati messi in luce da Vincenzo Pirrotta, che ha letto alcuni passaggi salienti del libro. E sulla scia della forte carica visiva contenuta nelle letture, Roberto Andò ha parlato anche del film che verrà realizzato dal suo romanzo. “Se dovessi spiegare il perchè del film,” ha concluso l’autore, “avrei solo una risposta: voglio dare vita a una scena che ho immaginato”
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04 Luglio 2012, 19:57