Il tweet, i selfie e la candidata | Salvini nel giorno di Falcone VIDEO

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23 Maggio 2019, 16:27

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PALERMO – Era prevedibile, ma nel corso della mattinata è diventato evidente. Qualcuno ha approfittato della commemorazione per fare campagna elettorale. Lo ha fatto sicuramente Matteo Salvini con la schiettezza che lo contraddistingue. E così la giornata della memoria del 2019 si ricorderà per la gioia contagiosa dei giovani (da lodare), la retorica (evitabile, ma ormai va così) e la pubblicità elettorale (da evitare). In un Paese in perenne campagna elettorale i piani si sovrappongano, ma che il capo politico di un partito sia anche ministro dell’Interno rappresenta un unicum.

Il primo segnale si è avuto dalle 9 del mattino quando con un tweet Salvini ha inserito la commemorazione per Falcone nel volantino sugli appuntamenti elettorali in vista delle Europee. Prima a Palermo e poi a Novi Ligure.

Quando il ministro prende la parola nel bunker dell’Ucciardone si accendono i telefonini. È lui l’uomo, ancor di più del politico, del momento. Ai riferimenti sul sacrificio di Falcone, Borsellino e degli uomini delle scorte intercala le notizie “sull’assunzione di 1850 agenti di polizia”, “le telecamere piazzate nelle scuole e nelle case di riposo “per difendere i bambini e gli anziani”, il contrasto alla “mafia nigeriana” che controlla le piazze di spaccio e la “difesa dei confini” dall’immigrazione.

Alla fine della cerimonia spazio ai “tradizionali” selfie. In tanti, grandi e piccini, gli chiedono uno foto ricordo nel bunker del Maxiprocesso. Che ci sia dietro la foto di Falcone e Borsellino è un dettaglio. Accanto al ministro e vice premier c’è Francesca Donato, numero due della lista della Lega alle elezioni europee. Lo segue ad un’incollatura. Più campagna elettorale di questa non si può.

A chi chiede a Salvini del volantino e della passeggiata con la candidata lui risponde: “Ho detto che ero a Palermo e sono a Palermo, ho fatto le foto con 300 persone, sono qua a parlare di lotta alla mafia e sono orgoglioso di averlo fatto in mezza a tanta bella gente e gli assenti hanno sbagliato… è una bella giornata di unità nazionale. Ho visto delle polemiche di qualcuno che non ha capito che bisogna combattere tutti insieme. Se qualcuno di sinistra non è venuto o se ne è andato perché c’era Salvini si è perso lui qualcosa. I Fava (Claudio Fava presidente dell’antimafia regionale, ndr) gli Orlando (Leoluca Orlando sindaco di Palermo che ha deciso di non entrare in aula, ndr) hanno sbagliato”.

Il volantino elettronico su Tweeter, con l’appuntamento al bunker, però, invitava a votare Lega: “Ancora, ti ho detto che sono a Palermo con orgoglio. Non sono qua a chiedere voti ma a a combattere la mafia. Ciao, pace e bene, vado a fare il mio lavoro”.

Ad accogliere Salvini stamani non c’era il sindaco Orlando che è rimasto al bunker il tempo necessario per fare gli onori di casa all’arrivo del premier Giuseppe Conte e del presidente della Camera, Roberto Fico. Poi è andato via: “Mi ero augurato che qualsiasi presenza istituzionale oggi a Palermo e all’Aula Bunker non si trasformasse in occasione per comizi pre-elettorali. Ho appreso che purtroppo non sarà così col previsto intervento di chi solo tre giorni fa ha attaccato i magistrati siciliani”. Il riferimento a Salvini è esplicito.

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Chi mantiene un profilo istituzionale è il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che non fa alcun riferimento agli assenti per scelta all’ingresso in aula, mentre all’interno spiega che “l’Italia ha un passato pieno di ferite ancora aperte. La grandezza è prendere quella storia fare delle leggi che siano le migliori al mondo. Questa è la direzione verso cui stiamo andando”.

Prima di lui parla Fico. Il suo è l’intervento più passionale. Invoca l’urgenza di un piano Marshall per le scuole “per riprendere i figli dei boss e riportarli sulla strada giusta”. Marco Bussetti, che guida il ministero dell’Istruzione che ha promosso e finanziato la giornata della memoria, definisce Falcone e Borsellino “due super eroi senza super poteri” e rivolgendosi ai ragazzi si compiace che “non hanno paura” e lottano “perché sono puri” per la legalità e contro tutte le mafie.

Tocca a Conte chiudere l’elenco degli interventi. Lo fa citando un paio di volte “il mio governo”. Un governo “impegnato a combattere la mafia in primo luogo sostenendo le forze dell’ordine, organi requirenti e giudicanti nel loro impegno quotidiano. Ma occorre anche creare le condizioni affinché non ci sia più bisogno della mafia: laddove manca il lavoro, ci sia una rete adeguata che aiuti in questa ricerca e ci sia comunque un reddito per chi l’ha perduto e non ha altre fonti di sostentamento; ci sia una casa per chi l’ha persa; sia sempre garantito il diritto all’istruzione, non manchi mai l’assistenza sanitaria per tutti, anche nei luoghi in cui la politica e l’amministrazione hanno deciso di barattarla con il profitto personale”.

I ragazzi lo applaudono, anche se la stanchezza si fa sentire. Se si dovesse misurare la soglia di attenzione e l’entusiasmo dei ragazzi con gli applausi non ci sarebbe partita. Vince Maria Falcone che apre con il suo intervento la giornata del ricordo. Si rivolge ai mafiosi che ammazzando il fratello hanno “chiuso cinque bocche, ma ne avete aperto cinquanta milioni. Non era un risultato scontato ma questo è accaduto. Devo dire che mi hanno molto aiutato i veri amici di Giovanni non quelli che con le polemiche lo hanno ucciso in vita. Hanno sbagliato tutti. Oggi queste resistenze non le ho viste. Tutti i ministri, e in particolare Marco Bussetti, hanno aderito a questa giornata con un entusiasmo eccezionale”. Gli applausi per lei sono scroscianti.

Una cosa conforta, più di altre. Almeno a parole oggi la mafia non è “solo” un problema siciliano. Lo dicono tutti, Salvini per primo. E pare lo dica, è giusto crederci, senza la malizia di una campagna elettorale continua.

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23 Maggio 2019, 16:27

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