Il vecchio prato della ferrovia

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30 Ottobre 2011, 01:29

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C’è quel vecchio prato. Nemmeno si vede, assediato com’è dai rovi e dalla ferrovia. Te ne accorgi solo se posteggi e se hai tempo da perdere. Getti l’occhio oltre la ringhiera. E scorgi una pozza di verde. I bambini se la passano meglio. Per loro è una savana in città, un infinito sminuzzato dentro incontenibili ore di gioco. Ma anche i grandi rimangono rapiti dal suo incantesimo che consiste soprattutto nel canto degli uccelli dai nidi d’intorno.  Ogni tanto, un battito d’ali ci sorprende nella cerchia dei clacson. Ma qui, gli uccelli la fanno da padrone. E “cambiano le prospettive al mondo”. Ascoltandoli, capisci cos’è, al fianco dell’armonia, il silenzio. Ali e silenzio, è il dono del vecchio prato di San Lorenzo. Voi non ve ne accorgete, perché non avete tempo da perdere. Posteggiate la macchina e scappate per sentieri adulti. Ma se un giorno avrete la pazienza di fermarvi un attimo, amerete il prato che fa paura a chi fugge, perché è troppo vicino al cuore. Ed è verde come un cuore verde.

“Lei, dottore, ha mai provato a parlare con gli alberi?” (Luciano De Crescenzo)

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30 Ottobre 2011, 01:29

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